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«Checché se ne dica – è la lapidaria affermazione di un operatore di mercato – di rottame in circolazione ce n’è sempre meno e le scorte strategiche di noi grossisti si stanno rapidamente esaurendo, tanto che io prevedo che a luglio potrò vendere solo 5mila tonnellate a fronte delle 15mila che sono la media mensile abituale».

Con il risultato, conferma un altro addetto ai lavori, «che il mercato non potrà che restare in tensione, almeno fino a settembre e, visti gli ultimi aggiustamenti dei prezzi, sembrano essersi concretizzate le previsioni delle settimane scorse».

Con il lamierino in pacchi che «si conferma il prodotto di punta – viene spiegato – e che a luglio potrebbe superare i 500 euro la tonnellata, ma che la carenza di materiale stia determinando un aumento generalizzato delle quotazioni è dimostrato anche dalle “torniture”, che oggi sono su valori inimmaginabili fino a poco tempo fa».

Tanto che, dice un altro operatore di mercato, «stanno cambiando tutti i parametri di riferimento, visto che oggi il prezzo di una “camionata” di rottame è superiore anche del 20% rispetto a quelli a cui si era abituati, ma questo non basta ad azzardare l’ipotesi che si sia arrivati all’apice della curva rialzista. Credo che a settembre potremo avere le idee più chiare».

Ma c’è anche chi, invece, professa un «cauto ottimismo, visto che i prezzi italiani hanno superato quelli esteri, per una possibile stabilizzazione delle quotazioni, figlia soprattutto degli abbondanti flussi di materiale dall’estero che farà certamente calare la pressione sul mercato nazionale antro la metà di luglio, tanto che non è escluso che le quotazioni possano, oltre che stabilizzarsi, addirittura accennare ad una diminuzione».

Un elemento su cui quasi tutti concordano, infine, è che «il futuro sarà determinato dalle scelte che farà la Cina, che ormai condiziona pesantemente tutto il mercato mondiale: se deciderà di strangolarlo, ci si dovrà solo adattare».

 

FONTE: SIDERWEB.COM

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