Per le Pmi è allarme caro acciaio. La denuncia è arrivata dalla bresciana Apindustria, che ha visto il 2021 aprirsi – come è noto – con una fiammata dei prezzi dei prodotti siderurgici, che ha creato non poche difficoltà agli associati.
«Il 2021, complice la crisi sanitaria ancora in corso, si caratterizza ancora per una forte instabilità, ma continuiamo ad avvertire una voglia di ripartenza – ha dichiarato alcuni giorni fa il presidente dell’associazione Pierluigi Cordua -. Se si riuscirà a tornare a livelli di normalità accettabili, confidiamo in qualche sorpresa positiva nella seconda parte dell’anno».
Un quadro di speranza che proprio i sensibili rincari rischiano di rendere ancor più complesso, come emerso nell’indagine congiunturale realizzata internamente: «Il 44% degli intervistati esprime preoccupazione per la forte volatilità dei prezzi – si legge in una nota stampa -. Da oltre un quarto degli intervistati emerge però soprattutto l’allarme per la rapida crescita delle richieste di revisione contrattuale».
«Abbiamo numerose segnalazioni che provano pratiche scorrette da parte di alcune multinazionali dell’acciaio che, operando in situazione di oligopolio, si sentono padrone di fare quello che vogliono, comunicando aumenti retroattivi unilaterali legalmente vietati su contratti già in essere – sottolinea con forza Cordua -. Una situazione allarmante, al punto che con Confapi abbiamo inoltrato lo scorso 22 gennaio una denuncia all’autorità garante del mercato. La nostra impressione è che alcuni big player stiano cavalcando una situazione già di per sé drammatica, scaricando il problema sulle Pmi. A questo purtroppo dobbiamo aggiungere la recente impennata del nolo container che è pressoché raddoppiato». «Avvertiamo tuttavia qualche segno di apertura in questi giorni, che ci è stato segnalato in un paio di casi. Speriamo che la marcia indietro sia generalizzata e non solo puntuale» ha concluso il presidente Cordua.
Al momento, infatti, il trend di rifiato delle quotazioni risulta ancora piuttosto debole per capire se, come e quanto andrà a regalare un po’ di ossigeno alle Pmi. Le aziende restano comunque provate da due mesi di rincari progressivi e intensi (i rialzi sono iniziati a dicembre 2020), che non si vedevano da prima della grande crisi del 2008.
FONTE: SIDERWEB.COM