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News 2007

Verona Steel: Il punto di Colombo (a.d.) su investimenti e mercati

By 8 Ottobre 2007No Comments

Crescere, sia qualitativamente sia quantitativamente. Per puntare sempre più alla qualità e al servizio. Questi saranno gli imperativi di Verona Steel (ex Acciaierie Grigoli) per il prossimo futuro. Lo ha spiegato a Siderweb Alberto Colombo (nella foto){mosimage}, a.d. dell’azienda veneta (gruppo Duferco).

«Abbiamo varato un piano d’investimenti da 65 milioni di euro per il quinquennio 2007-2012 – ha detto –. Il progetto approvato prevede la realizzazione di un nuovo forno walking beam, un secondo LF, la creazione di un magazzino per il trattamento delle lamiere, un miglioramento della logistica del sito e la realizzazione di una nuova palazzina per gli uffici». Al termine dei lavori, previsto per il 2009, «arriveremo ad un output annuo di 550.000 tonnellate, contro le 260.000 dello scorso anno». Ma la crescita non si misurerà solo in chili. «Grazie ai nuovi impianti produrremo acciaio di qualità più elevata – ha sottolineato Colombo -, che ci consentirà di entrare in mercati nuovi per noi come, per esempio, quello dell’acciaio per utensili». In particolare, da gennaio 2008 «inizierà la produzione di lamiere da bramma importata ad alto valore aggiunto». Sarà necessario aspettare qualche mese in più, invece, per la messa a punto dei processi produttivi per i forgiati fino a 600 mm di spessore. Una volta conclusi gli interventi sugli impianti «avremo una gamma più ampia, che ci permetterà di penetrare anche nei mercati di nicchia, dove conterà di più il servizio al cliente e la lavorazione». Mercati, quindi, «meno concorrenziali e meno attaccabili».

Gettando un occhio all’attuale congiuntura dei mercati, la situazione appare positiva. «Sulle lamiere da treno abbiamo registrato una flessione delle quotazioni nei primi giorni di settembre, a causa del calo della domanda ai rilaminatori – ha spiegato -. Nelle ultime due settimane, invece, abbiamo alzato i prezzi di circa 30 euro/t». Questa manovra è stata dettata da due considerazioni. In primo luogo «la domanda è ancora buona». Inoltre, «ci aspettiamo un incremento del costo della bramma». Sotto il profilo delle importazioni, è calata la pressione cinese sia per l’assottigliamento del differenziale tra i prezzi europei e quelli asiatici, sia per una diminuzione dell’appeal dei prodotti “made in China” dovuta agli inconvenienti (come l’incertezza sulla tempistica di arrivo, la scarsa ampiezza della gamma e l’aumento dei costi di trasporto) inevitabilmente connessi con l’attività di import. Guardando un po’ più in là, nel 2008 «mi aspetto una tenuta dei prezzi nel primo trimestre – ha previsto -, mentre a partire da marzo le quotazioni saliranno».

Sul versante dei lingotti «il mercato è estremamente positivo». Tutti i forgiatori, infatti, «hanno carichi di ordini elevatissimi e c’è grande ottimismo nel comparto». Stessa musica anche per le lamiere di alto spessore (200-600 mm), dove «la richiesta ed i prezzi sono in salita».

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