La notizia ha scosso non poco l’ambiente della siderurgia bresciana. Sei società, ovvero Alfa Acciai, ORI Martin, Industrie Riunite Odolesi, Ferriera Valsabbia e Stefana di Nave sarebbero sotto la lente dell’Antitrust, la quale ipotizza un’intesa orizzontale, a violazione dell’articolo 101 del TFUE, volta a coordinare una sorta di “cartello dei prezzi”, almeno riguardante le componenti prezzo base e extra di dimensione, riguardante il tondino per cemento armato e la rete elettrosaldata.
Non è la prima volta che l’UE interviene in tal senso: nel 2014 il tribunale dell’Unione Europea aveva già comminato multe salatissime ad alcune delle aziende coinvolte in questa nuova istruttoria. Secondo l’Antitrust, i prezzi sarebbero stati coordinati, dai rappresentanti delle sei imprese, in occasione delle riunioni quindicinali della Commissione Prezzi Prodotti Siderurgici istituita in seno alla CCIAA di Brescia.
I funzionari dell’Agcm, ieri e oggi, hanno effettuato una serie di ispezioni nelle sedi delle aziende coinvolte, dell’Associazione Industriale Bresciana e di Federacciai, il cui presidente, Antonio Gozzi, ha voluto sottolineare la fiducia nell’operato dell’Antitrust, pur ritenendo che non esistano i presupposti perché sia potuto nascere un cartello in condizioni di mercato di grave difficoltà come quelle che sta attraversando il settore coinvolto nell’istruttoria.
A. Sabini Fender