E’ calato anche per quest’anno il sipario sulla fiera di Düsseldorf, dedicata agli impianti e tecnologie per la lavorazione del tubo, ma che, per l’importanza che ha acquisito e per il forte carattere internazionale che le viene riconosciuto, riesce a focalizzare interesse ed attenzione dall’intero mondo della siderurgia.
La kermesse si è articolata in 5 giorni, e dopo i primi due, sostanzialmente interlocutori, è entrata nel vivo, con una progressiva crescita di visitatori tra mercoledì e giovedì, fino al calo fisiologico dell’ultimo giorno, tradizionalmente dedicato più alle attività di commiato che ai contatti commerciali veri e propri.
Le impressioni ricavate dalla fiera sono globalmente incoraggianti: buona la presenza di espositori e di ospiti, indicazione già di per se positiva in una situazione di mercato globale fortemente frenata da venti di crisi.
La sensazione che si respira è di una grande operosità, nel tentativo di cercare sbocchi alternativi e nuovi orizzonti in cui investire per far fronte alla stagnazione dei mercati tradizionali.
Volgere lo sguardo al di fuori dei confini continentali, verso India, Brasile, Cina e gli altri paesi emergenti potrebbe essere la medicina per guarire le economie dei paesi europei ed occidentali in generale.
Secondo gli operatori presenti in fiera, però, la bontà della fiera verrà valutata a partire dalla sua chiusura: consolidare e concretizzare i numerosi contatti avuti sarà il leitmotiv dei prossimi mesi.
A. Sabini Fender