La messa in campo di dazi di protezione commerciale nei confronti dell’import di acciaio di varia provenienza, cinese in particolare, non sembrano ancora aver messo in salvo l’industria siderurgica statunitense.
A dirlo, i dati diffusi dall’American Iron and Steel Institute che nelle scorse ore ha annunciato l’ammontare della produzione siderurgica complessiva e fino al 1° ottobre scorso pari a 67,17 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% rispetto ai 68,43 milioni di tonnellate del 2015, anno, quest’ultimo, considerato non certo tra i più felici della storia dell’acciaio a stelle e strisce.
Anche il dato settimanale volge verso il basso, così come quello relativo alla capacità impiegata che è scesa al 71,8%, a fronte del 72,1% dei primi sette mesi del 2015. «Nessuno sta dicendo che l’ondata sia terminata. L’aumento (di acciaio straniero negli Stati Uniti ndr) è ancora in corso» ha affermato Thomas Gibson, presidente della American Iron and Steel Institute, come riportato da Tween Cities. Secondo il numero 1 dell’associazione, infatti, è necessario mantenere «alta la pressione» in termini di difesa dall’import di produzioni estere, ed ha aggiunto: «Abbiamo fatto progressi. Ma questa non è una parata per la vittoria. Non stiamo dicendo che abbiamo vinto la sfida».
Fonte: siderweb.com