Un calo produttivo del 20% fino a 69.400 tonnellate. Un vero e proprio tonfo per l’acciaio elvetico, giustificato soprattutto da un rafforzamento del franco svizzero sulle principali monete internazionali.
Giustificazione evidenziata da Markus Schmidhauser, presidente della Gfs (Associazione delle fonderie svizzere). Un calo produttivo che non ha risparmiato i bilanci di 52 imprese associate, che nel corso dell’anno hanno dovuto rinunciare anche a 3 mila dipendenti. Ad essere più colpite sono state le imprese attive nel settore dell’industria meccanica e per i veicoli commerciali e le navi.
I problemi, anche per la Svizzera, sono i medesimi che negli altri paesi del vecchio continente, vale a dire overcapacity e delocalizzazione verso paesi a basso costo di manodopera. Per il 2013 l’associazione prevede un’ulteriore contrazione degli ordinativi attorno al 5%.
Fonte: Siderweb.com