Superata con brillanti voti Made in Steel 2007, già si guarda al 2009. La Conference & Exhibition italiana tutta dedicata al mondo dell’acciaio ha da poco chiuso i battenti ma programma la riapertura con novità al seguito. «Con Made in Steel – ha commentato con soddisfazione Emanuele Morandi, presidente di Siderweb – abbiamo saputo creare tre giorni di incontri e di scambio di idee in linea con la filosofia che ha dato i natali a Siderweb: promuovere e stimolare la trasversalità della conoscenza». Made in Steel ha accolto oltre diecimila visitatori di cui oltre duemila hanno partecipato alle quindici conferenze.
La tre giorni si è aperta giovedì 22 marzo con il convegno inaugurale “Innovare per competere” che ha visto la partecipazione di Emma Ma rcegaglia, vicepresidente di Confindustria, e del ministro agli affari regionali, Linda Lanzillotta con un corredo “siderurgico” di prestigio dal presidente di Federacciai, Giuseppe Pasini, al “collega” di Assofermet, Roberto Lunardi. A moderare l’incontro il vice direttore de “Il Sole 24 Ore”, Elia Zamboni. L’apatia conduce alla perdita di competitività. La soluzione resta l’innovazione. Innovazione: una parola che ne sottende almeno tre. Tecnologia, formazione e infrastrutture. La strada che delineerà il futuro della siderurgia passa anche da qui.
Si continua poi con il convegno “Come cambia la geografia dell’acciaio”. Un mercato globale in continua evoluzione con i paesi emergenti sempre più protagonisti e, in particolare, con l’India che nei prossimi la farà da padrona. Questo è quanto emerge dal talk show mo derato da Luca Paolazzi, giornalista de Il Sole24Ore, che ha visto la partecipazione di Ralph Oppenheimer (Stemcor), Liu Liu (Beijing Central Iron & Steel Institute) e Marco Muttinelli (Università degli Studi di Brescia).
Secondo Oppenheimer, l’India nei prossimi 30/40 anni diverrà il leader nel settore dell’acciaio superando la Cina. Il perché è presto detto. «Il Paese del Dragone non potrà crescere ancora perché non possiede nel proprio territorio le materie prime quali il minerale ferroso». Di diverso parere Liu Liu. «Il problema – ha dichiarato l’esperto – può essere risolto migliorando il riciclo del materiale ottenendo quindi la materia prima dal rottame». E l’Italia che ruolo giocherà in questo mercato? «Il Belpaese – spiega Muttinelli – ha una struttura i nterna molto frammentata fatta di piccole aziende, per la maggior parte, a conduzione famigliare. La forza delle imprese italiane sta nella loro capacità di specializzarsi, di creare un prodotto di nicchia ma di grande qualità. Sarà questa la strada da intraprendere».
La giornata di giovedì si è chiusa con l’economista americano Jeremy Rifkin. Una rivoluzione è alle porte. È la rivoluzione dell’idrogeno, che soppianterà il petrolio come fonte di produzione dell’energia e che proietterà l’economia mondiale verso un futuro di crescita pulita ed ecosostenibile. E in questo nuovo scenario non cambierà solo la fonte dell’energia, ma anche il modo di produrla: le maxi centrali andranno in pensione, lasciando il campo libero alla micro generazione di elettricità ed alla rete, che permetterà d i scambiare energia e di metterla a disposizione di chi ne ha bisogno.
Il venerdì si è aperto con il convegno “Il mercato dell’acciaio inossidabile: l’impatto del nickel su produzione e consumo” moderato da Luca Veronesi (Siderweb). Un nickel poco e sempre più caro che fa sentire la propria “isteria” anche nei prezzi dell’acciaio inossidabile. Ma questa cavalcata fino a quando durerà? È di questo che hanno discusso Fausto Capelli (Centro Inox), Achille Fornasini (Isfor 2000), Markus Moll (Steel & Metals Market Research), Thomas Pauly (Euro Inox) e Gaetano Ronchi (Ikea).
Nel corso dell’ultimo anno il nickel ha dato vita ad una galoppata che l’ha portato a vette mai esplor ate. Un trend in continua ascesa ben rappresentato dal prof. Achille Fornasini che però mette in guardia gli operatori del settore. «Sono presenti – ha spiegato Fornasini – tutte le condizioni affinché avvenga una correzione dei prezzi verso il basso».
Il mercato italiano è fortemente interessato all’andamento del metallo non ferroso perché è un paese che fa largo consumo di acciaio inossidabile. Proprio per questo grande utilizzo e per l’incremento vertiginoso del nickel, l’Italia sta pensando a delle alternative al classico inox serie 300.
Thomas Pauly ha infatti spiegato come i ferritici e il duplex possano sostituire, con i medesimi risultati, gli austenitici. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gaetano Ronchi che, pensando alla grande distribuzione, auspica un pas saggio ad un altro materiale. Ma in questo scenario che ruolo gioca la Cina? L’output di acciaio inossidabile del Paese del Dragone è in continua crescita. Secondo Moll però, nel corso del 2007, le quantità di inossidabile vendute all’estero si attesteranno a 1 milioni di tonnellate contro le 6 milioni prodotte. «Il mercato cinese sta crescendo e la differenza dei prezzi con l’Europa si sta assottigliando. Il gap delle quotazioni – continua Moll – non può essere spiegato dal basso costo della manodopera cinese in quanto la materia prima e l’energia hanno un impatto elevato nell’economia di un’impresa».
Made in Steel è stata anche una vetrina per Duferco che ha indetto una conferenza stampa per annunciare i nuovi investimenti a San Zeno e Giammoro. Il presidente di Duferco Italia Holding, Antonio Go zzi, ha annunciato che il primo passo per aumentare il peso di Duferdofin sarà l’intervento sul laminatoio di Giammoro. Nell’impianto siciliano, infatti, verrà potenziato il treno travi e sarà realizzato un secondo treno per laminati mercantili e tondo per cemento armato. A fianco di questo investimento, sarà anche lanciato un programma per aumentare l’output a San Zeno. A questo scopo, verranno effettuati degli interventi per portare la capacità produttiva dalle attuali 800.000 tonnellate annue a più di un milione di tonnellate entro la fine del 2007.
Si continua con le conferenze sul tema degli “Acciai di nuova generazione”. Ne hanno parlato Rinaldo Baldi, amministratore delegato di SSAB Swedish Steel, affiancato da Giancarlo Bertoldi del Gruppo Fiat e Roberto Benedetti della Alkom. A corredare il panel anche Maurizio Galli e Daniel Forest della Ascometal (controllata dal Gruppo Lucchini) con Gianluca Mancuso della Colmegna, società specializzata nel trattamento termico degli acciai. Necessario, come punto di partenza una volontà innovativa che trova sostegno nella creatività. A tradurre la teoria in pratica è stato Bertoldi con un esempio lapalissiano: l’utilizzo degli acciai altoresistenziali nell’automobile. «Nella Grande Punto – ha snocciolato il manager – l’ottimizzazione del design raggiunta con gli acciai questi acciai di nuova generazione ha permesso una riduzione di peso pari a 32 chilogrammi». Tale risparmio conduce ad un utilizzo inferiore di carburante, in particolare dell’1,53%.
Classico l’appuntamento con lo Steel Market Outlook dal quale emerge un mercato dell’acciaio in salute che tira e continue rà a farlo almeno fino alle vacanze estive. «I fondamentali mondiali sono ancora positivi per l’industria siderurgica – ha detto Antonio Gozzi, presidente di Duferco Italia Holding -. L’anno ormai è deciso fino a luglio e non prevedo grosse sorprese alla riapertura». Nonostante questo quadro molto favorevole, non mancano alcuni punti interrogativi per alcuni comparti. In primo luogo per i rilaminatori, specialmente di billette, «in quanto i paesi tradizionalmente esportatori – ha spiegato – oggi consumano internamente i semilavorati». Il secondo punto sensibile del sistema potrà diventare il rottame, in quanto Russia e Ucraina, i principali esportatori globali, ne utilizzeranno una quantità sempre più considerevole. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cesare Viganò, coordinatore dei centri di servizio piani di Assofermet. «I prezzi dei piani continueranno a crescere almeno fino alle vacanze estive – si aspetta Viganò -. Sarà compito della distribuzione riuscire a gestire al meglio questo trend favorevole».
L’analisi tecnica di Achille Fornasini (Isfor 2000) conferma in pieno quanto predetto da Gozzi e Viganò. Secondo l’esperta russa Tatyana Manko (Metal Expert) nei prossimi anni il forte sviluppo dei mercati interni dei due Paesi porterà ad una netta contrazione delle esportazioni sia di rottame sia di semilavorati.
A “Made in Steel” c’è tempo anche per il divertimento. Nel corso della cena di gala di venerdì sera a “Corte Piovanelli” infatti, sono stati assegnati i premi “Made in Steel Awards”. Ad aggiudicarsi il premio “Best Communication Stand” è stato lo stand della Uni fer. È invece stato il Gruppo Marcegaglia a vincere il premio “Best International Stand”. Il terzo riconoscimento, “Most Frendly Stand”, è stato assegnato alla ASO Siderurgica.
Made in Steel si è chiusa sabato 24 marzo con il talk show “L’acciaio come software: distribuire acciaio in un settore che cambia”. La siderurgia sta cambiando. Compito di inquadrare le mutazioni del comparto è di Hans Wouters (Accenture). Per affrontare al meglio queste sfide è necessario cambiare le scelte organizzative e di gestione, scegliendo la propria strada. Attualmente le soluzioni vincenti sembrano essere o la crescita dimensionale o la specializzazione verso una nicchia. Ha stretto il campo sulla realtà italiana Rino Ferrata, doce nte di strategia all’Università di Brescia. La strada virtuosa per il comparto sarà la cooperazione tra produttori e distributori, che «permetterà di recuperare valore aggiunto – ha concluso -, aumentare i servizi al cliente e difendersi dalle aggressioni di player esterni». Sulla stessa lunghezza d’onda degli interventi precedenti anche Andrea Gabrielli, a.d. del Gruppo Gabrielli e presidente del sindacato acciai di Assofermet. «Non credo che a breve le acciaierie faranno verticalizzazioni in Italia – ha previsto l’imprenditore veneto -, penso siano più probabili le fusioni tra produttori o le verticalizzazioni verso monte». Divisionalizzazione e crescita dimensionale. Sono questi i punti sui quali la distribuzione dovrà insistere nei prossimi anni per sopravvivere e prosperare nel settore dell’acciaio. Questo è il succo del pensie ro di Giuseppe Masserdotti, condirettore generale di Stefana. La divisionalizzazione sarà la chiave del futuro anche per Mauro Oliani, a.d. di Co.Ge.Me – Siderimpex. «Bisognerà privilegiare il servizio – ha dichiarato dal palco di Made in Steel – puntando a raggiungere il massimo risultato per ogni tipo di prodotto venduto». Il modello del magazzino indifferenziato, di successo in passato, oggi non è più valido. Di parere opposto Enrico Vettorato, a.d. di Alba Siderurgica e vice presidente del sindacato acciai Assofermet. «Il magazzino non morirà – ha previsto -, in quanto fornisce un supporto irrinunciabile per i nostri clienti». Ritorna al tema della collaborazione tra acciaierie e distributori Giuseppe Manni, presidente dell’omonimo gruppo siderurgico. L’imprenditore, infatti, ritiene fondamentale che il commercio e la produzione lavorino insieme a dei progetti comuni al fine di sconfiggere la speculazione, «il male del commercio di acciaio in Italia
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