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News 2005

Russia & Acciaio: Il colosso dell’acciaio sotto la “lente” di Standard & Poor’s.

By 24 Novembre 2005No Comments

L’industria dell’acciaio russa finisce sotto la lente di Standard & Poor’s. Secondo l’agenzia, l’evoluzione del rating sui crediti alle principali aziende siderurgiche (Novolipetsk, Magnitogorsk, Evraz e Severstal) dipenderà soprattutto dall’abilità nel preservare il principale vantaggio strategico: i bassi costi di produzione, conseguenza diretta della forte integrazione verticale. Di fondamentale importanza anche la politica di trasparenza finanziaria, le strategie di crescita e l’evoluzione del rischio paese in Russia. Siderweb propone in due appuntamenti un estratto del report presentato da Standard & Poor’s.
L’industria dell’acciaio, storicamente, presenta svariati elementi di problematicità. Innanzi tutto gli alti investimenti in impianti necessari allo svolgimento dell’attività produttiva. In secondo luogo la forte ciclicità del settore, la frammentazione e la forte competizione, che contribuiscono a renderla più rischiosa della media delle attività industriali. La Russia non fa eccezione ed inoltre è soggetta anche al rischio di operare in un mercato emergente.
Ciò nonostante, il paese è uno dei principali esportatori mondiali di acciaio e nel 2004 è stato il quarto produttore mondiale, con oltre 60 milioni di tonnellate. La chiave del successo della siderurgia russa è rappresentata dai bassi costi di produzione che permettono ai produttori, pur con dimensioni inferiori e con una linea di prodotti poco diversificata, di competere ad armi pari con i competitor americani ed europei. Il mantenimento del vantaggio sui costi e la modernizzazione degli assetti produttivi rappresenteranno le sfide chiave per il futuro dell’industria russa.
La siderurgia russa è fortemente export-oriented, con più di 30 milioni di tonnellate di vendite all’estero. Ciò rappresenta un problema, in quanto le fluttuazioni cicliche nei momenti di ciclo sfavorevole sono spesso esacerbate dagli interventi dei governi volti a bloccare le importazioni.
L’industria dell’acciaio russa è molto concentrata (con il 75% dell’output realizzato da Novolipetsk, Magnitogorsk, Evraz e Severstal) ma i clienti sono molto frammentati, con una miriade di utilizzatori medio-piccoli. Questo porta a due conseguenze. Innanzitutto l’aumento del potere contrattuale delle grosse aziende produttive. In secondo luogo l’incremento dei costi di logistica (favorito anche dall’estensione territoriale della Russia). Ciò ha un effetto stabilizzante sui prezzi interni.
Oltre alle peculiarità tipiche della Russia, Standard & Poor’s sottolinea che i siderurgici russi hanno un handicap rappresentato dall’alto rischio paese. La situazione politica, il rispetto delle regole e le istituzioni economiche, infatti, non sono ancora ben radicate e la potente burocrazia spesso impedisce le riforme. Inoltre, la probabile deregulation del mercato dell’energia e del gas potrebbe causare l’aumento della bolletta energetica dei produttori.
Un altro aspetto caratteristico è che gran parte dei prodotti vengono venduti a pronti. Ciò espone le aziende ad ampie fluttuazioni cicliche. In questo contesto, la carenza di materie prime degli ultimi due anni ha avvantaggiato l’industria russa (soprattutto Novolipetsk, Evraz e Severstal), fortemente integrata a monte, portando dei cash flow eccezionali.
Dall’analisi di questi punti, Standard & Poor’s ha individuato i punti di forza e di debolezza della siderurgia russa. I vantaggi dei russi sono da ricercare innanzitutto nell’accesso a lavoro ed energia a basso costo e una vicinanza geografica alle fonti chiave delle materie prime. In secondo luogo la crescita costante del mercato interno. Infine una posizione favorevole per l’export in Cina, in particolare delle aziende con impianti produttivi negli Urali e in Siberia, come Magnitogorsk e Evraz. Gli svantaggi, invece, sono legati alle forti spese necessarie per la modernizzazione degli impianti, alla focalizzazione sulla produzione di commodity a basso valore aggiunto, alla location produttiva nell’interno del paese (che fa aumentare i costi di esportazione in Europa), ad una limitata integrazione a valle e alla struttura direttiva, spesso molto complessa.
Siderweb propone la seconda parte dell’analisi di Standard & Poor’s sulla siderurgia russa. Costi, ricavi e strategie di Novolipetsk, Magnitogorsk, Evraz e Severstal sono stati passati al setaccio dall’agenzia di rating che, tenendo conto di tutte queste variabili, ha stilato una classifica della “qualità del credito” dei quattro produttori.
L’industria dell’acciaio russa gode di una forte profittabilità in rapporto alla maggior parte dei competitor a livello internazionale, in ragione dei bassi costi operativi e di un comodo accesso alle materie prime.
I bassi costi operativi sono uno dei punti di forza delle aziende siderurgiche russe. Lavoro ed energia sono a prezzi molto convenienti, anche se attualmente c’è incertezza sul secondo punto, in quanto la riforma del settore elettrico e l’incremento del prezzo del gas stanno erodendo questo vantaggio. Il rafforzamento del rublo e l’aumento del salario reale degli operai russi, inoltre, porterà una pressione maggiore sui costi degli operatori.
L’integrazione verticale ed il facile accesso alle materie prime rappresenta un innegabile vantaggio per Evraz (oltre il 70% del carbone e del minerale ferroso proviene da aziende del gruppo), Novolipetsk (autosufficiente nell’agglomerato e a soli 300 km dalle miniere di minerale) e Severstal, mentre Magnitogorsk non controlla fonti di minerale e di carbone.
Dal punto di vista tecnologico, in media gli impianti delle aziende russe sono meno moderni di quelli dei competitor occidentali. Ciò è vero in particolar modo per Magnitogorsk, la più “antica” acciaieria dell’Unione Sovietica, anche se dalla seconda metà degli anni ’90 l’azienda ha iniziato una serie di investimenti negli assetti produttivi.
I mercati presidiati dalle aziende sono molto diversificati tra loro. Evraz si concentra sulla vendita di semilavorati (per l’export) e di lunghi. In particolare, gode di una posizione quasi monopolistica sul mercato interno delle rotaie, il che però la rende altamente esposta verso un solo cliente (le ferrovie russe). Novolipetsk realizza la gran parte del suo fatturato commerciando semilavorati e piani ad alto valore aggiunto. Severstal e Magnitogorsk trattano piani (a caldo e a freddo) e lunghi. Il mix di prodotti di Severstal ha un maggior valore aggiunto, concentrandosi soprattutto sulle vendite ai distributori regionali ed al settore automotive.

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Negli ultimi anni, la strategia finanziaria delle quattro aziende è stata sotto i riflettori a livello mondiale. Due di queste quattro società, infatti, stanno procedendo ad acquisizioni in tutto il pianeta, Italia compresa (basti pensare agli affari Lucchini-Severstal e Palini & Bertoli-Evraz). Novolipetsk attualmente ha una politica finanziaria meno aggressiva. L’azienda dispone di un cash flow di 1,3 miliardi di dollari e non ha (praticamente) debiti. Evraz e Severstal invece sono al polo opposto, con ampi dividendi, ambiziosi piani di spesa del capitale e “appetito” per le acquisizioni. Su Severstal, precisa Standard & Poor’s, permane una certa incertezza riguardo alla corporate governance e alla politica delle acquisizioni. Magnitogorsk, invece, ha moderate ambizioni di acquisti e storicamente ha sempre investito il cash flow per il miglioramento degli impianti nella propria sede.
Sotto il profilo finanziario, tutti i produttori analizzati hanno generato un forte cash flow l’anno scorso. Novolipetsk ha una posizione molto buona, con grande produzione di cash flow, debiti bassissimi e alta liquidità. La forte disponibilità di denaro liquido delle quattro aziende, secondo Standard & Poor’s, non sarà “eterna” ma nel prossimo futuro è probabile che ci sia una revisione della politica riguardo la distribuzione dei dividendi, le spese di capitale e le acquisizioni.

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Concludendo, Standard & Poor’s ha assegnato i seguenti rating alle aziende russe:

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