Dove sta andando il mercato del rottame? Dove andrà nel prossimo futuro? A queste domande hanno risposto Ruggero Alocci (Alocci Rapp. Industriali), William Bandinelli (Bandinelli), Ennio Busseni (EFB trading), Cesare Pasini (Feralpi), Romano Pezzotti (Fersovere), Cinzia Vezzosi (Zetamet) e Mauro Zanolo (Duferdofin), intervenuti al focus organizzato da Siderweb su rottame e ghisa.
Il rottame: la situazione delle acciaierie – Il mercato dell’approvvigionamento di rottame da parte delle acciaierie in Italia attualmente prosegue a ritmo ridotto. Dopo un marzo-aprile corso a gran velocità (come testimoniano i dati sulla produzione siderurgica italiana, +36% nel primo quadrimestre) a maggio l’attività sta continuando su buoni ritmi grazie agli ordini acquisiti in precedenza mentre a giugno le previsioni appaiono meno rosee. Il carico di ordini acquisito negli ultimi 20 giorni, per i produttori di lunghi, è contenuto e se nella parte finale del mese non ci sarà un’inversione di tendenza (ritenuta poco probabile dagli operatori) a giugno le acciaierie dovrebbero ritornare a marciare a passo ridotto rispetto ai mesi precedenti.
Il rottame: la raccolta – Sul versante della raccolta i commercianti continuano a registrare una situazione complicata. Da un lato, infatti, la crisi che coinvolge i settori della meccanica e delle costruzioni rallenta l’afflusso di materiale, dall’altro anche la fine degli incentivi auto sta rallentando il flusso di rottame. Il tutto è aggravato anche dall’eccesso di capacità di lavorazione del rottame che attanaglia il mercato italiano: specialmente nell’ultimo triennio infatti sono stati installati numerosi macchinari che hanno portato all’attuale situazione di overcapacity. La conseguenza di ciò è l’acuirsi della concorrenza tra operatori.
Guardando più nel lungo termine alcuni commercianti si sono detti preoccupati del continuo calo del gettito di rottame italiano, che in futuro potrà rappresentare un problema per l’industria siderurgica.
I mercati internazionali – Nelle ultime settimane a livello internazionale si è assistito ad una decisa correzione al ribasso delle quotazioni. L’assenza degli acquirenti turchi, che ormai mancano da quasi due mesi, ha portato ad una riduzione dei prezzi di circa 100 dollari la tonnellata, parzialmente controbilanciata da rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro. A livello europeo il rottame francese e tedesco è sceso di 30/40 euro la tonnellata a seconda delle categorie.
Italia: il mercato – Nel nostro Paese da alcune settimane il mercato del rottame è fiacco, con volumi ridotti e quotazioni in erosione. Dalle punte massime registrate a cavallo di Pasqua i prezzi sono scesi di alcune decine di euro la tonnellata ma nonostante ciò si mantengono più elevati rispetto a quelli di Francia e Germania. Le scorte dei magazzini sono molto basse e c’è un sostanziale equilibrio tra domanda ed offerta.
Prospettive – Le prospettive del comparto del rottame sono di difficile lettura. Da un lato, infatti, permane una domanda depressa figlia di vendite di lunghi che dopo il mini-boom di marzo-aprile stentano a decollare. Inoltre, a livello europeo, c’è preoccupazione per la tenuta dell’economia dei Paesi con i conti a rischio e anche per tutta l’area-euro. A livello internazionale, infine, permane la tendenza ad un prudente ritracciamento delle quotazioni del rottame. Di contro, continua ad essere scarsa la disponibilità di rottame ed anche i magazzini dei commercianti, che si sono fortemente abbassati durante il boom dei prezzi, rimangono bassi. La maggioranza degli intervenuti, viste le forze in campo, si è espresso per una continuazione del trend attuale anche nei prossimi giorni. Per la seconda metà di giugno, però, c’è chi si dice fiducioso di un rimbalzo delle quotazioni della materia prima, favorita anche dal ribasso dell’euro che potrebbe spingere l’export di lunghi e, quindi, il consumo di rottame.
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