Rottame in corsa: bolla speculativa o sottostante fisico (raccolta/export) in evoluzione e “molla” dei rincari? Difficile dirlo, così com’è cosa ardua cercare di far luce sulle due componenti e sul loro peso nel mercato. Più razionale, ammesso che oggi si possa parlare di razionalità (ndr.), invece, sondare le ricadute sul mercato dei singoli aspetti che Siderweb ha riscontrato interpellando diversi operatori a monte ed a valle della filiera, dai quali emergono molti punti in comune, ma con molteplici dissonanze.
Concordanze. Fattore ampiamente condiviso è il trend d’ascesa senza precedenti con quotazioni ai massimi assoluti (diversi, invece i riferimenti puntuali di prezzo indicati dagli operatori). Altrettanto palpabile è un timore, più o meno ampio, di possibili passi indietro nelle quotazioni del rottame dopo la rapida salita delle ultime settimane. Il rottame – cosa ben nota – non è mai immobile e, se non rincara, non può che deprezzarsi.
Certo è, comunque, il recepimento anche sulla piazza italiana dell’andamento dei prezzi riscontrato in Europa, con un differenziale che ormai si è ridotto di parecchio oppure è scomparso del tutto.
L’incertezza ed il caos nel mercato si ripercuote anche sul livello delle scorte al commercio, che risentono del concreto aggravio del peso del circolante, di fatto raddoppiato nell’arco di pochi mesi, a fronte di una linea creditizia che non concede rafforzamenti dei fidi. In poche parole, di scorte se ne facevano prima ed oggi non se ne fanno, a tutto vantaggio di incentivi a movimenti speculativi.
Gli stock si stanno assottigliando anche nelle acciaierie, ma non è possibile dare un dato medio in ragione di parchi rottami con capacità di stoccaggio differenti da produttore a produttore.
Discordanze. Primo fattore su cui sono state registrate osservazioni contrastanti è la quantità dei volumi disponibili sul mercato europeo e sulle reali esportazioni della preziosa materia prima dall’Ue verso Paesi Terzi (soprattutto del Far East). A fronte di chi prospetta una fuga massiccia di rottame, si schiera chi, al contrario, non fotografa una fuoriuscita superiore a quanto visto in passato.
Altro elemento che fa segnare opinioni non allineate è l’entità dei rincari, fattore di per sé molto volubile in un contesto in cui i contratti hanno valenza pressoché istantanea in un mercato che sembra aver fatto della rapidità e volatilità un credo assoluto.
Non c’è assonanza neppure tra le previsioni (sempre più ardue) sul futuribile trend delle quotazioni: ulteriori rincari, anche se non paragonabili per intensità a quelli dei aprile, oppure leggere variazioni non in grado di spostare in avanti il baricentro?
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