Accentuazione della discesa dei prezzi e fermata nel ricevimento dei rottami da parte di diverse acciaierie. Sono questi gli elementi che hanno caratterizzato il comparto italiano del rottame a giugno, secondo quanto affermato da Assofermet nella sua consueta nota mensile sulle materie prime siderurgiche.
«L’ulteriore discesa del prezzo dell’ordine di euro 100-130, insieme al fenomeno dell’interruzione delle consegne di rottami in acciaieria, sta tra l’altro innescando un diverso e grave problema, vale a dire quello della gestione dell’accumulo dei rottami che rimangono giacenti presso gli impianti di raccolta, recupero e riciclo (con trasformazione in “End of Waste”), com’è noto sottoposti a prescrizioni e vincoli autorizzativi, oltre al rallentamento delle operazioni di raccolta», si legge nella nota. A questa circostanza si aggiunge il fatto che alcune qualità di rottame non potranno più essere rifornite «in quanto i costi da sostenere, sia per i trasporti, sia per la loro preparazione, non sono più adeguatamente coperti dagli attuali valori di mercato». Nelle ultime settimane di giugno, ha rilevato Assofermet, le quotazioni del rottame hanno praticamente perso più di quanto realizzato da inizio anno e i fermi prolungati già preannunciati da molte acciaierie e in alcuni casi già in essere non consentiranno un’inversione di tendenza nel breve termine.
Ciononostante, nei primi giorni di luglio «un leggero spiraglio di luce è stato riscontrato sul mercato turco, dove le quotazioni del rottame hanno recuperato qualche decina di dollari [30-40 $/ton, ndr], seppur su acquisti di modesta entità». Restando all’estero, Assofermet ha affermato che a giugno il trend ribassista è stato registrato in quasi tutti i Paesi europei, seppur con tempistiche ed entità lievemente difformi» e che «le previsioni sembrano confermare ulteriori discese sia in Germania che in Francia, nella misura di alcune decine di euro la tonnellata».
Anche il settore del rottame inox, in particolare dopo la seconda metà di giugno, ha registrato una fortissima contrazione dei prezzi (-50%), ha continuato Assofermet. In questo caso è difficile formulare previsioni perché, «con la contrazione delle produzioni, automaticamente si riducono gli acquisti di rottame». Intanto per leghe e superleghe, «le riduzioni hanno avuto luogo seppur in misura inferiore», con la disponibilità che rimane «limitata».
Quanto alla ghisa d’affinazione, a giugno i prezzi sono diminuiti a causa soprattutto dell’abbondante offerta di materiale russo «con prezzi diversificati a seconda della provenienza». Anche in questo settore, «l’elemento preoccupante sono i fermi prolungati annunciati da molte acciaierie».
Nel sesto mese dell’anno è stata registrata anche un’importante discesa dei prezzi della ghisa ematite, con le offerte di materiale russo a prezzi aggressivi che ha “raffreddato” le quotazioni nelle fonderie. La richiesta da parte di queste ultime, si legge nella nota, «si è mantenuta buona, seppur con quantità inferiori rispetto ai mesi precedenti». Attualmente «si prevede una normalizzazione del mercato con prospettive che appaiono interessanti anche per il secondo semestre».
A giugno è calato di 100 €/ton il prezzo della ghisa sferoidale e sono diminuiti gli acquisti, a causa ancora una volta dell’eccedenza di offerta di ghise russe a prezzi eccessivamente bassi, unita a una riduzione delle vendite dei getti.
Parlando infine di ferroleghe di massa, la flessione continua, benché con «prezzi molto diversi fra gli operatori». Il mercato italiano, «a causa delle fermate annunciate e già in essere per circa 6/7 settimane, si preannuncia fermo, con qualche eccezione che acquista esclusivamente sul mese corrente». La situazione appare migliore a livello europeo, anche se in rallentamento: «al di là del leitmotiv sui costi di energia troppo alti, il vero problema risulta essere la domanda molto scarsa a causa della stagnazione delle vendite del prodotto finito», conclude Assofermet.
FONTE: SIDERWEB.COM