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Il dato di crescita annuo non lascia spazio a dubbi. È l’Iran il Paese che nel 2018 sta viaggiando alla velocità più elevata in termini di incremento produttivo sul 2017. I dati diffusi dalla World Steel Association descrivono un mondo ancora in recupero, con l’Italia che corre in linea con il trend di crescita globale.

 

Nel primo quadrimestre dell’anno, le acciaierie mondiali hanno sfornato 575,155 milioni di tonnellate, il 4% in più rispetto a quanto visto nel 2017. La produzione del solo mese di aprile è restata in media con il trend annuo, con un +4,1% e 148,322 milioni di tonnellate di output.

L’Italia si conferma infine nella top ten nella classifica basata sulla crescita nei Paesi con output mensile superiore al milione di tonnellate.

Iran senza rivali
Come già detto in apertura, è l’Iran a guidare la classifica dei Paesi che crescono di più (in termini percentuali) basata sull’output dal 1° gennaio. Teheran ha sfornato in quattro mesi 8,1 milioni di tonnellate, che significa il 27,6% in più rispetto a un anno fa. Al secondo posto sale il Messico, con +5,9% per 6,99 milioni di tonnellate di output, seguito sul terzo gradino del podio dalla Turchia con 12,49 milioni di tonnellate, per un +5,1%.

 

Cina ai piedi del podio
Medaglia di legno per la Cina che dopo aver archiviato la frenata invernale è tornata a viaggiare quasi a pieno regime con un +5% rispetto al 2017. Le tonnellate prodotte da Pechino hanno sfiorato i 289 milioni. L’India segue al 5° posto con 35,3 milioni di tonnellate di output, in aumento del +4,2%.
Sesto posto a pari merito per Francia e Brasile con un 4% di crescita e rispettivamente 5,3 e 11,6 milioni di tonnellate di produzione.
Settima piazza per l’Italia grazie a un +3,9% e 8,48 milioni di tonnellate di output. Corea del Sud (+3,8%), Canada (+3,6%) e Stati Uniti (+2,8%) chiudono la top-ten produttiva con un output rispettivamente di 23,6 di 4,6 e di 27,7 milioni di tonnellate.

 

In tre sul filo della stabilità
Russia, Spagna e Giappone operano sostanzialmente sul filo della stabilità con recuperi dello 0,9% per Mosca, dello 0,6% per Madrid e dello 0,4% per Tokyo. Le produzioni per questi Paesi sono invece state di 23,8 di 4,9 e di 35,1 milioni di tonnellate.

 

Ucraina Germania e Taiwan in debito di ossigeno
Tre infine sono i Paesi produttori a restare in territorio negativo. Ucraina e Germania, entrambe al 14° posto con un -0,2% per 6,9 e 14,7 milioni di tonnellate prodotte. Fanalino di coda Taiwan a -12% (6,7 milioni di tonnellate), in debito di quasi un milione di tonnellate sul 2017.

 

 

Fonte: siderweb.com

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