Il consumo apparente di acciaio cresce nel 2016. Secondo i dati resi noti da Federacciai, infatti, nel primo bimestre dell’anno la domanda è stata di 5,2 milioni di tonnellate, con un incremento dell’11,3% (+529.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2015. La richiesta è stata alimentata dall’aumento della domanda dei piani (+21,3% a 3,0 milioni di tonnellate), mentre quella dei lunghi è scesa dello 0,7%, fermandosi a 1,5 milioni di tonnellate e quella di semilavorati è salita dello 0,6% (617.700 tonnellate).
Entrando nei dettagli dei singoli prodotti, tra i piani si nota un miglioramento del 37,1% dei coils (1,380 milioni di tonnellate), del 28,4% del lamierino magnetico (118.000 tonnellate) e del 23,9% delle lamiere a rivestimento sintetico (+23,9% a 112.500 tonnellate).
Import extra Ue: ancora aumenti
Prosegue il trend di incremento delle importazioni di acciaio provenienti da paesi terzi. I dati relativi ad aprile, infatti, mostrano un aumento degli arrivi di piani (+3,4% a 552.900 tonnellate) e dei lunghi (+6,1% a 46.800 tonnellate). Per quanto concerne il paese di origine, la Cina ha esportato in Italia 148.200 tonnellate, con una crescita del 57,7% rispetto allo stesso mese del 2015, facendo registrare il maggior incremento assoluto.
Lavoro: meno cassa integrazione
Le ore di cassa integrazione rilevate a gennaio sono state 466.700, con un calo del 13,3% rispetto allo stesso periodo del 2015. La riduzione ha interessato sia la cassa integrazione ordinaria (396.200 ore, -12,6%), sia la cassa integrazione temporanea (97.500 ore, -6,8%), mentre la cassa integrazione straordinaria per riduzione permanente è invariata (10.800 ore). Le ore lavorate nella siderurgia primaria, a gennaio, sono scese dell’1,2% rispetto a gennaio 2015 (4,1 milioni), segnando un nuovo minimo storico dal 2004.
Fonte: siderweb.com