Brescia – Numeri in miglioramento e nuovo record produttivo. Questo, in breve, il bilancio 2010 di Ori Martin, presentato oggi a Brescia dai vertici del gruppo siderurgico: Franco Polotti (presidente e consigliere delegato), Giovanni Comboni (vice presidente e consigliere delegato), Andrea Agnelli (consigliere) e Giovanni Avallone (consigliere).
Dati produttivi – Il 2010 è stato il miglior anno della storia di ORI Martin dal punto di vista produttivo. L’acciaieria ha infatti sfornato 579.000 tonnellate di acciaio grezzo, con un incremento del 50,6% rispetto al 2009, e 553.000 tonnellate di acciaio laminato (+42,4%). Di queste ultime, 114.000 sono state realizzate nello stabilimento di Ceprano (FR). Nei primi mesi del 2011 i volumi sono stati leggermente superiori a quelli dell’anno scorso.
Sviluppi strategici – La produzione di ORI Martin è composta all’80% circa da acciai speciali ed al 20% da tondo per cemento armato. In una fase di forte sovraccapacità produttiva nel settore del tondino, ha ancora senso per ORI Martin continuare a produrre tondo per cemento armato?
«Credo che ci siano due tipi di aziende che operano nel settore del tondo – ha risposto Polotti -. I grandi gruppi che hanno output che si contano in milioni di tonnellate e le società locali o regionali. Noi apparteniamo alla seconda categoria: abbiamo una produzione molto mirata e focalizzata sulle richieste dei clienti del centro-sud Italia, dove arriviamo con buone economie sui trasporti. Abbiamo una struttura flessibile e siamo autosufficienti sul versante billette. A queste condizioni riusciamo a continuare la nostra attività con soddisfazione e risentiamo meno, rispetto ad altre aziende, del rallentamento delle costrizioni».
Nel comparto degli acciai comuni per le costruzioni tutti gli operatori ritengono che sia un passo irrinunciabile quello delle concentrazioni e delle fusioni. Crede che anche nel settore degli acciai speciali sia necessario concentrarsi o c’è ancora spazio per i “pesi medi”? Qual è la posizione di ORI sulle fusioni e sulle acquisizioni?
«La nostra azienda sta sul mercato dignitosamente e non credo che oggi siano necessarie, per noi, acquisizioni o fusioni. La nostra posizione, però, viene da un lunghissimo percorso contrassegnato dalla coerenza nell’approccio al prodotto e al servizio, da una verticalizzazione spinta della produzione e dalla pluralità dei servizi offerti. Sul versante acquisizioni, pur rimanendo attenti alle eventuali occasioni che si potrebbero creare sul mercato, tradizionalmente ORI Martin si è sviluppata per linee interne: negli ultimi anni abbiamo puntato moltissimo sull’efficienza e la capacità di reagire alla crisi e credo che continueremo su questa linea».
Come vede ORI Martin tra cinque anni?
«Il nostro programma è quello di avere una posizione simile a quella odierna sul mercato europeo degli acciai speciali, magari migliorandola e aumentando la presenza sui mercati extra europei». Dal punto di vista impiantistico «per ora riusciamo a stare vicini ai nostri clienti con un approccio just-in–time. Quando il nostro sistema non sarà più sufficiente e sarà necessario installare stabilimenti fuori dall’Italia o dall’Europa ci faremo trovare pronti».
a sinistra: Avallone, Polotti, Comboni e Agnelli
Mercato – «Il settore del tondo per cemento armato è ancora difficile e le prospettive non sono positive – ha detto Polotti -. La riduzione della produzione rispetto ai momenti di picco è del 30%-35% e pensare ad un ritorno ai volumi pre-crisi non è realistico, al momento». Per ciò che concerne invece il comparto automotive «dopo una crescita continua della domanda nel 2010 e nei primi quattro mesi del 2011 stiamo assistendo ad un assestamento, dovuto anche alla fine del ristoccaggio. Per avere un’idea di ciò che accadrà nel 2012, invece, bisognerà aspettare settembre-ottobre».
ORI Martin sarà tra le aziende analizzate nella terza edizione di Bilanci d’Acciaio
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