La firma ufficiale dei nuovi contratti nessuno l’ha ancora vista, ma solo i rumor sugli accordi asiatici , per quanto fondati hanno scatenato un vero e proprio terremoto a livello planetario ed in particolare europeo.
L’annuncio seppur velato da un alone di mistero di Bhp Billiton prima e Vale poi sulla raggiunta intesa con i partner asiatici di contratti trimestrali, una rivoluzione rispetto alle forniture annuali che duravano da 40 anni. I nomi non sono ancora stai resi noti ma sulla stampa locale sono state citate realtà come Sumitomo, Nippon Steel, Posco, ed addirittura il maggior produttore cinese Baosteel, che di per se rappresenterebbe un cambiamento di posizione da parte del governo primo produttore mondiale con inevitabili conseguenze di adattamento anche per il resto della siderurgia globale.
La posizione di Eurofer
Oggi i vertici di Eurofer e di Orgalime, istituzione che rappresenta circa 130 mila imprese del settore meccanico, elettrico,elettronico e metallurgico, sono tornati a tuonare nei confronti dei nuovi contratti di fornitura di minerale ferroso chiedendo alle autorità europee di intervenire. In particolare Eurofer e Orgalime hanno puntato il dito contro il controllo di tre quarti del mercato mondiale di minerale da parte di tre società, Vale Rio Tinto e Bhp Billiton ed in particolare sulla possibile joint venture tra gli ultimi due soggetti, oltre ai cospicui margini di profitto delle società minerarie quantificato in circa il 50% per ogni tonnellata, e i rischi a cui i nuovi contratti di fornitura potrebbero esporre le società europee ancora provate dalla crisi che lentamente si stanno riprendendo.
le richieste sono invece semplici, condizioni di prezzo più eque rispetto a quelle prospettate e la garanzia da parte delle autorità europee sul livello di concorrenza.
«Come abbiamo più volte ricordato gli aumenti dei prezzi del 80-100% richiesto dai produttori di minerale di ferro non riflettono la realtà del mercato siderurgico – ha detto il direttore generale di Eurofer Gordon Moffat –, non può essere giustificato dalle condizioni di domanda di minerale di ferro. Ecco perché chiediamo alla Commissione di intervenire come regolatore, ed esaminare attentamente ciò che sta accadendo tra i fornitori di minerale ferroso».
Difficile programmare con materie prime volatili
Le conseguenze delle novità sulle forniture di minerale non sono ancora ben chiare, come anche evidenziato da Centrobanca nel proprio osservatorio sulle materie prime dove evidenzia che «secondo alcune fonti il costo di minerale in consegna ad aprile ai produttori asiatici, sarebbe fissato in circa 110, 120 dollari la tonnellata, rispetto ai 60 dollari fissati nei contratti del 2009». Secondo quanto rilevato dagli esperti dell’istituto bancario, l’aumento del costo di approvvigionamento inciderà negativamente sui margini di profitto già molto risicati.
Inoltre l’estrema volatilità delle quotazioni sulle materie prime imposta dai contratti a breve termine rischia di creare diversi problemi di programmazione produttiva, aggiungendo ulteriori rischi e incertezze in un settore siderurgico alla ricerca dopo la crisi di punti fermi su cui poter costruire e pianificare la ripresa soprattutto a livello europeo.
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