Scendono a 27 i gruppi siderurgici italiani che hanno fatturato oltre 150 milioni di euro nel 2009, perdendo ben cinque elementi rispetto all’anno precedente. Questo il verdetto del report annuale redatto dell’Ufficio studi di Mediobanca sulle imprese industriali e dei servizi.
L’azienda con il maggior giro d’affari nel comparto acciai rimane ancora Riva Fire, che però chiude il 2009 con un giro d’affari di 5,82 miliardi di euro, 5,44 miliardi in meno degli 11,26 con cui aveva chiuso il 2008, una variazione che ha fatto scendere l’azienda al 14° posto in graduatoria. Sul secondo gradino del podio per la siderurgia ma al 34° sulla classifica generale si piazza Danieli, con un balzo verso l’alto di nove posizioni sull’anno precedente, e un fatturato di 3,15 miliardi di euro in crescita anche rispetto al 2008. Sono invece 19 le posizioni perse da Marcegaglia, che deve accontentarsi del terzo posto siderurgico e del 48° generale con un fatturato da 2,56 miliardi di euro. Seguono nella top ten dei fatturati d’acciaio Thyssenkrupp Ast 93°(1,43 miliardi di euro), Cln 96° (1,41 miliardi di euro), Lucchini 107° (1,26 miliardi di euro), Dalmine 131° (1,04 miliardi di euro), Finarvedi 144° (0,98 miliardi di euro), Beltrame 151° (0,94 miliardi di euro) e Siderurgica Investimenti 182° (0,80 miliardi di euro). Da notare oltre al recupero di nove posizioni di Danieli, anche quello del Gruppo Ferrero, che seppur con un risultato peggiore a quello del 2008 è riuscito a scalare nove posizioni in classifica. Il record negativo spetta invece alle Acciaierie di Rubiera a cui la crisi del 2009 costa una discesa di 598 posizioni in classifica dove ora occupano la 1350° posizione.
Guardando i margini operativi netti è da notare come solo 14 aziende sulle 33 riportate in tabella conservino il segno positivo e che tra queste solo la Lucchini RS chiuda l’anno con un leggero incremento passando da 41,1 a 42,2 milioni di euro.
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