«La situazione dell’approvvigionamento delle materie prime e della logistica dei porti italiani si fa sempre più critica». A lanciare l’allarme l’Ufficio Studi di Confapi, che evidenzia come i porti di Ravenna e Marghera stiano vivendo «una fase di estrema congestione a causa del materiale fermo in attesa di essere sdoganato a gennaio, pena il pagamento di un dazio al 25%. Solo a Ravenna, sono state identificate 7 navi contenenti materiale siderurgico in attesa di accosto per un carico complessivo di circa 165.000 tonnellate metriche a cui si aggiungeranno altre navi in arrivo entro il 31 dicembre per un totale di circa 400mila tonnellate».
Per il presidente di Confapi Maurizio Casasco «la condizione di grave congestione nei porti è anche diretta conseguenza delle misure di salvaguardia applicate dall’Unione Europea che hanno notevolmente contribuito ad alimentare la carenza di tanti prodotti siderurgici nel mercato italiano. Al momento, i principali paesi esportatori di acciaio hanno già raggiunto le quote in una fase di mercato caratterizzata dalla drammatica necessità da parte dell’industria di trasformazione di avere materiale. Occorre ripensare il meccanismo abolendo il calcolo basato per Paese, aumentando la capienza di almeno il 10%».
Altri temi urgenti, secondo il presidente di Confapi, sono «l’attuazione dei progetti legati al Pnrr e la discussione sulle risorse dalla Legge di Bilancio», ma Casasco ricorda che «quando ci si trova in una fase di domanda in crescita, rimanere ancorati alle quote di importazioni, fissate anni prima e inopinatamente riconfermate, avendo come riferimento volumi non coerenti con la realtà, significa danneggiare non solo il corretto funzionamento del mercato, ma anche minare la competitività delle nostre imprese in un momento in cui tutti gli sforzi sono focalizzati alla ripresa produttiva».