Vedere bilanci siderurgici da vetrina non è forse più una notizia da prima pagina, specialmente negli ultimi tre anni. Eppure, ancora ci si stupisce leggendo i numeri nei conti economici. Senza dubbio è un discorso che vale per i risultati messi a segno dalla Marcegaglia Spa che ha chiuso l’anno con un utile netto di 59,3 milioni di euro, in netta ascesa rispetto ai già corposi 42,5 milioni dell’esercizio precedente. Andiamo, però, con ordine.
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I numeri. Crescita «strutturale» ed «autofinanziata»: questi i due aggettivi che Marcegaglia usa per sintetizzare la filosofia di gruppo ed i risultati segnati tra conto economico e stato patrimoniale.
I ricavi hanno raggiunto i 3,01 miliardi di euro (3,03 mld il valore della produzione) contro i 2,3 miliardi del 2005. tra i costi spiccano le materie prime con 2,63 miliardi di euro a fronte dei precedenti 1,56 miliardi. I servizi hanno pesato per 352 milioni di euro ed il personale per 148 milioni di euro. La Spa ha poi spesato ammortamenti per 74 milioni di euro (erano 78 mln nel 2005).La differenza tra valore e costi della produzione è passato dai 124 milioni del 2005 ai 159 milioni dell’esercizio scorso. Il risultato ante imposte è salito a quota 114 milioni di euro (93 mln nel 2005). Dopo imposte per 54,9 milioni di euro, l’utile netto è stato di 59,3 milioni.
Sotto il profilo patrimoniale, la società mostra un indebitamento complessivo di 1,4 miliardi di euro contro i 939 milioni dell’esercizio precedente. L’indebitamento finanziario è passato da 302 a 363 milioni di euro a fronte di un partimonio netto contabile di 567 milioni di euro. La società giudica il "peso" dell’indebitamento finanziario un elemento nel complesso contenuto data l’esplosione del capitale circolante netto (+134,9 milioni di euro), necessario per sostenere la notevole crescita dei volumi di vendita, cresciuti a loro volta di +718.5 milioni di euro, e l’aumento degli investimenti (+15,7 milioni di euro) rispetto al 2005. Buono il cash flow operativo (144,4 milioni di euro). Inoltre, la società è riuscita a ridurre ulteriormente l’esposizione media verso i clienti: il DSO (Days of Sales Outstanding, ovvero un indice che misura l’efficacia nella riscossione dei crediti, l’effettiva dilazione concessa alla clientela) è passato da 85 a 84 giorni.
La gestione per comparti. I prodotti piani (coils, nastri, lamiere spianate e lamiere da treno) hanno rappresentato, nel 2006, il 40% del fatturato. Un risultato ottenuto anche grazie all’«affidabilità della produzione e delle consegne ha permesso una efficace gestione sotto il profilo dei costi e dei ricavi di vendita». Per i tubi, il 2006 ha visto una significativa crescita di produzioni e spedizioni nel settore tubi saldati e tubi trafilati. «Si è privilegiato innanzitutto il settore dei tubi di qualità – spiega la società nella relazione sulla gestione – per impianti automotive, cilindristica e tubi strutturali». L’inox meriterebbe un capitolo a sé per via dell’impennata del fatturato, dei prezzi di vendita e delle spedizioni. Tra i numerosi investimenti internazioni il questo settore, è da sottolineare quello a Gazoldo degli Ippoliti dove sarà triplicata la capacità di decapaggio, laminazione e ricottura del coil di acciaio inossidabile. Marcegaglia, grazie alla seconda linea di trattamento e due nuovi laminatoi dedicati (larghezza sino a 1.500 mm), punta a superare nel 2010 il miliardo di euro di fatturato di prodotti inossidabili. Bene anche le barre trafilate ed il ramo della commercializzazione.
Il 2007. Nel primo quadrimestre dell’anno, la società mantovana non ha cambiato rotta con volumi di spedizione cresciuti del 14,4% (193.350 tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Discorso analogo per il fatturato che, grazie anche a quotazioni di vendita maggiori, si è attestato a 1.276 milioni di euro, il 38,5% in più del primo quadrimestre del 2006. Già prevista una decelerazione nella parte restante dell’anno in funzione tanto di prezzi unitari in discesa quanto di un ridimensionamento del consumo apparente.
Obiettivo: crescere ancora. L’imponente piano di investimenti varato dalla direzione del gruppo (1 miliardo di euro nei prossimi quattro anni – clicca qui) proietta la società siderurgica verso – si legge nella relazione sulla gestione – «un fatturato consolidato del gruppo oltre i 5 miliardi di euro nel 2010». Da non trascurare, tuttavia, la variabile dei prezzi che, a detta della società, non dovrebbe impensierire oltre il dovuto. Non a caso, l’obiettivo dovrebbe essere raggiunto «nonostante un prevedibile ridimensionamento nei prezzi unitari». Inox compreso.
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I numeri. Crescita «strutturale» ed «autofinanziata»: questi i due aggettivi che Marcegaglia usa per sintetizzare la filosofia di gruppo ed i risultati segnati tra conto economico e stato patrimoniale.
I ricavi hanno raggiunto i 3,01 miliardi di euro (3,03 mld il valore della produzione) contro i 2,3 miliardi del 2005. tra i costi spiccano le materie prime con 2,63 miliardi di euro a fronte dei precedenti 1,56 miliardi. I servizi hanno pesato per 352 milioni di euro ed il personale per 148 milioni di euro. La Spa ha poi spesato ammortamenti per 74 milioni di euro (erano 78 mln nel 2005).La differenza tra valore e costi della produzione è passato dai 124 milioni del 2005 ai 159 milioni dell’esercizio scorso. Il risultato ante imposte è salito a quota 114 milioni di euro (93 mln nel 2005). Dopo imposte per 54,9 milioni di euro, l’utile netto è stato di 59,3 milioni.
Sotto il profilo patrimoniale, la società mostra un indebitamento complessivo di 1,4 miliardi di euro contro i 939 milioni dell’esercizio precedente. L’indebitamento finanziario è passato da 302 a 363 milioni di euro a fronte di un partimonio netto contabile di 567 milioni di euro. La società giudica il "peso" dell’indebitamento finanziario un elemento nel complesso contenuto data l’esplosione del capitale circolante netto (+134,9 milioni di euro), necessario per sostenere la notevole crescita dei volumi di vendita, cresciuti a loro volta di +718.5 milioni di euro, e l’aumento degli investimenti (+15,7 milioni di euro) rispetto al 2005. Buono il cash flow operativo (144,4 milioni di euro). Inoltre, la società è riuscita a ridurre ulteriormente l’esposizione media verso i clienti: il DSO (Days of Sales Outstanding, ovvero un indice che misura l’efficacia nella riscossione dei crediti, l’effettiva dilazione concessa alla clientela) è passato da 85 a 84 giorni.
La gestione per comparti. I prodotti piani (coils, nastri, lamiere spianate e lamiere da treno) hanno rappresentato, nel 2006, il 40% del fatturato. Un risultato ottenuto anche grazie all’«affidabilità della produzione e delle consegne ha permesso una efficace gestione sotto il profilo dei costi e dei ricavi di vendita». Per i tubi, il 2006 ha visto una significativa crescita di produzioni e spedizioni nel settore tubi saldati e tubi trafilati. «Si è privilegiato innanzitutto il settore dei tubi di qualità – spiega la società nella relazione sulla gestione – per impianti automotive, cilindristica e tubi strutturali». L’inox meriterebbe un capitolo a sé per via dell’impennata del fatturato, dei prezzi di vendita e delle spedizioni. Tra i numerosi investimenti internazioni il questo settore, è da sottolineare quello a Gazoldo degli Ippoliti dove sarà triplicata la capacità di decapaggio, laminazione e ricottura del coil di acciaio inossidabile. Marcegaglia, grazie alla seconda linea di trattamento e due nuovi laminatoi dedicati (larghezza sino a 1.500 mm), punta a superare nel 2010 il miliardo di euro di fatturato di prodotti inossidabili. Bene anche le barre trafilate ed il ramo della commercializzazione.
Il 2007. Nel primo quadrimestre dell’anno, la società mantovana non ha cambiato rotta con volumi di spedizione cresciuti del 14,4% (193.350 tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Discorso analogo per il fatturato che, grazie anche a quotazioni di vendita maggiori, si è attestato a 1.276 milioni di euro, il 38,5% in più del primo quadrimestre del 2006. Già prevista una decelerazione nella parte restante dell’anno in funzione tanto di prezzi unitari in discesa quanto di un ridimensionamento del consumo apparente.
Obiettivo: crescere ancora. L’imponente piano di investimenti varato dalla direzione del gruppo (1 miliardo di euro nei prossimi quattro anni – clicca qui) proietta la società siderurgica verso – si legge nella relazione sulla gestione – «un fatturato consolidato del gruppo oltre i 5 miliardi di euro nel 2010». Da non trascurare, tuttavia, la variabile dei prezzi che, a detta della società, non dovrebbe impensierire oltre il dovuto. Non a caso, l’obiettivo dovrebbe essere raggiunto «nonostante un prevedibile ridimensionamento nei prezzi unitari». Inox compreso.
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