A seguito dell’imposizione di sanzioni volte a porre fine all’invasione russa dell’Ucraina, i produttori di acciaio russi hanno problemi sia con il mercato interno, a causa del calo del Pil di oltre l’8%, sia con le esportazioni, a causa della chiusura dei mercati dell’Ue, del Regno Unito, degli Usa e dei paesi sviluppati dell’Asia. Il colpo più forte è stato il divieto di importazione di prodotti siderurgici russi nell’Ue, che ha di fatto bloccato le forniture di prodotti siderurgici della Russia con il divieto di ingresso delle navi russe nei porti dei paesi membri dell’Unione. Ciò significa una perdita del 35% delle esportazioni, ovvero 10 milioni di tonnellate di prodotti siderurgici.
Il mercato turco e quello dei paesi medio-orientali e nordafricani restano aperti alle società russe ma, anche lì, la maggior parte degli acquirenti cerca di evitare i prodotti russi. Pertanto, il portafoglio ordini delle maggiori imprese siderurgiche russe non viene riempito e sono disponibili accordi con tempi di consegna ridotti (anche in due settimane). Per migliorare la situazione, i russi offrono sconti significativi ai compratori.
Ad esempio, le billette vengono offerte in Turchia ad un prezzo di 100 dollari la tonnellata inferiore ai prezzi all’export delle acciaierie turche. Prima della guerra, la differenza era zero, e ciò non creava opportunità per la Turchia di comprare billette dalla regione della CSI. Ma ora la situazione è cambiata; un numero significativo di importatori turchi è contento di lavorare con le aziende russe. Tuttavia, per i produttori locali, questo è una minaccia e una pressione per ridurre i prezzi sul mercato interno. Di qui, i tentativi d parte dei produttori di acciaio turchi di ridurre i prezzi del rottame.
L’acciaio a basso prezzo proveniente dalla Russia è entrato anche nel mercato taiwanese, influenzando negativamente il mercato locale. Taiwan sospetta che i commercianti cinesi vendano prodotti siderurgici russi a buon prezzo sul mercato locale, causando gravi danni ai produttori nazionali. Secondo il presidente della China Steel Corporation e della Taiwan Steel & Iron Association, si sta valutando l’introduzione di un meccanismo di monitoraggio delle importazioni da parte della Taiwan Association e verranno informati i dipartimenti competenti per chiedere ulteriori indagini sul possibile pregiudizio causato dai produttori siderurgici oggetto di dumping. Se l’esito sarà positivo, verrà presentata una denuncia antidumping (AD) per proteggere gli interessi dell’industria siderurgica di Taiwan.
Anche i produttori iraniani di acciaio hanno recentemente accusato la Russia di causare il calo della produzione locale di acciaio. Infatti, la produzione iraniana di acciaio è diminuita a maggio del 17,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre nei primi cinque mesi di quest’anno si è ridotta del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Riza Shahrestani, membro del consiglio di amministrazione dell’Associazione dei produttori di acciaio dell’Iran, ha affermato che la Russia sta praticando dumping con la concessione di uno sconto dal 15% al 20% sui propri prodotti siderurgici. Di conseguenza, i mercati tradizionali delle imprese iraniane, tra cui Cina, Corea del Sud, Taiwan e Afghanistan, sono riempiti da prodotti siderurgici russi.
Una politica commerciale aggressiva da parte della Russia sta rompendo la situazione anche nel mercato dei paesi mediorientali e nordafricani, dove vengo applicati sconti non di mercato sulle importazioni russe che danneggiano i produttori di acciaio locali.
FONTE: SIDERWEB.COM