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Sebbene lo stesso premier cinese Li Keqiang abbia affermato «non vogliamo ingaggiare una guerra commerciale o monetaria» il varo di nuovi dazi all’import di acciaio dall’Ue, Giappone e Corea del Sud, da parte della Cina sembra far passare tutto un altro messaggio.

Il Governo di Pechino ha infatti annunciato ieri l’istituzione di dazi antidumping per l’acciaio destinato alla produzione di grandi trasformatori elettrici proveniente da Ue, Giappone e Corea del Sud, con percentuali che oscillano tra il 37% e il 46,3%, come riportato dall’agenzia stampa internazionale Associated Press.

La prima risposta ufficiale sul provvedimento arriva dal Giappone. Kosei Shindo presidente della federazione giapponese dei produttori di acciaio Japan Iron and Steel Federation, ha dichiarato che «Il Giappone ha già inoltrato la documentazione che dimostra come le esportazioni di acciaio elettrico dal nostro paese non abbiano danneggiato i produttori locali. Ma la Cina ha rigettato le nostre obiezioni».
Proprio per questo l’impressione è che il provvedimento possa essere visto come una risposta da parte del dragone ai «filtri» antidumping posti dai vari paesi nei confronti dei prodotti siderurgici cinesi. Il provvedimento però potrebbe anche rivelarsi un arma a doppio taglio, nel momento infatti in cui le risorse interne non sono in grado di sostenere il fabbisogno delle proprie imprese, si corre il rischio di danneggiare indirettamente la propria economia, anziché tutelarla.

 

Fonte: siderweb.com

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