Negli ultimi anni, la Germania ha visto l’avvio di tre società che intendevano affrontare la sfida di costruire una piattaforma per la distribuzione indipendente e digitale per l’acciaio. Queste nuove start-up erano partite facendo tesoro dagli errori commessi da altre realtà attive nei primi anni 2000, nessuna delle quali è più in affari.
Purtroppo anche in questo caso due delle tre nuove società sono state costrette a rinunciare rapidamente al loro progetto. Sia Mapudo che Steel.shop, precedentemente nota come #netzwerkstahl, hanno annunciato la loro chiusura a giugno; solo Xom Materials è ancora attiva sul mercato.
Il primo nuovo operatore in Germania, #netzwerkstahl, è stato lanciato nell’estate 2015, preceduto da un grande roadshow attraverso dozzine di città. L’azienda sullo sfondo era la Svizzera Montanstahl, a sua volta un distributore di nicchia per profili inossidabili. Il volume degli investimenti per questo progetto aveva superato i 20 milioni di euro. Nella prima fase, la piattaforma era stata pensata essenzialmente per i rivenditori e aveva raccolto più di 100 partecipanti. A due anni dal lancio, però, il management della società ha dovuto ammettere che l’idea di un webshop simile ad Amazon non aveva fatto progressi come pianificato. #netzwerkstahl è stata quindi rinominata Steel.shop, come servizio per i distributori per sviluppare i propri e-shop interni.
«Abbiamo fatto il secondo passo prima del primo», avevano dichiarato i responsabili Dietrich Böntgen e Filippo Stumm, in una riflessione critica sul percorso di sviluppo che il progetto originale aveva intrapreso. «I clienti vogliono una connessione fluida con il loro fornitore di fiducia, ed è qui che i processi possono essere migliorati».
Poco dopo #netzwerkstahl, è stato lanciato sul mercato Mapudo, creato da Martin Ballweg e Sebastian Grethe, attivi in precedenza nel settore della distribuzione con thyssenKrupp Materials. Mapudo doveva funzionare come un magazzino virtuale in cui i distributori elencavano i loro prodotti disponibili. Gli acquirenti alla ricerca di un prodotto sarebbero stati messi in contatto con i venditori e sarebbero stati in grado di effettuare l’ordine immediatamente online. «L’intenzione di Mapudo è di fornire un portale per ordini di piccole dimensioni che altrimenti richiederebbero uno sforzo amministrativo sproporzionato», aveva spiegato Ballweg.
Entrambi i sistemi avevano i loro sostenitori nel settore. Lo scorso anno Mapudo aveva annunciato una partnership con le acciaierie Saarland Dillinger Hütte & Saarstahl, mentre Steel.shop aveva allo stesso tempo collaborato con E/D/E, una delle grandi centrali di acquisto in Germania.
Purtroppo nessuna delle aziende associate ha commentato riguardo a cosa è andato storto lungo la strada e perché entrambe le imprese hanno dovuto abbandonare il progetto.
Tim Milde, il coo di Xom Materials, il terzo operatore del settore nato in Germania di recente, rimane ancora positivo sul futuro della sua impresa, nonostante l’insuccesso dei suoi concorrenti, anche perché la sua azienda è sostenuta dal più grande partner nella distribuzione dell’acciaio, Klöckner & Co. Milde ha spiegato che ci vuole tempo, impegno e denaro per fare progressi nell’e-commerce. «Molte aziende non investono a sufficienza in IT», ha affermato, valutando l’investimento in Xom in 10 milioni di euro.
Con sede a Berlino, la società ha uffici a Duisburg e Atlanta, negli Stati Uniti, e ha in programma di aprirne presto in Europa orientale. La piattaforma è ormai attiva in 16 Paesi, compresi gli Stati Uniti, e, secondo Rühl, non ha concorrenti simili, né in America né in Europa. L’anno scorso Xom ha sostenuto transazioni di acciaio per un valore di 7 milioni di euro. Quest’anno il volume supererà i 30 milioni di euro.
Alla domanda sul perché Klöckner abbia lanciato una simile impresa, un manager della società ha risposto «… se non lo facciamo, lo farà qualcun altro, e poi dovremo collegarci alla piattaforma di qualcun altro. Come distributore, devi posizionarti in una fase iniziale».
Xom è una piattaforma di e-commerce per l’acciaio, ma è anche essenzialmente una società di IT. I suoi sviluppatori hanno per prima cosa cercato di rispondere alle inefficienze dei processi interni dei piccoli distributori, velocizzando le operazioni di invio prezzi e di gestione degli ordini. Seppure ancora il mercato non sia totalmente recettivo, saranno i clienti a decretare il successo o l’insuccesso di questo ennesimo tentativo di digitalizzare la distribuzione siderurgica.
Fonte: siderweb.com