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Le promesse della vigilia sono state mantenute. L’Europa prova a darsi una scossa spinta dall’abitualmente timido presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che, in occasione del suo discorso sullo Stato dell’Unione europea, ha tratteggiato un piano di lavoro da qui al 2025 per rendere il Vecchio Continente più competitivo a livello globale.

 

Ma vi sono anche scadenze più immediate per difendere l’industria europea e in questo caso la dead line è molto più prossima, ovvero la fine del 2018. Questo a dimostrazione di quanto a Bruxelles sia considerato nevralgico il settore industriale. La Commissione in accordo con il trilogo (Consiglio ed Europarlamento) vuole promuovere nuove regole per la difesa commerciale e modificare la regolamentazione dell’antidumping, tema questo particolarmente sensibile per il settore dell’acciaio.

La questione dei dazi ha avuto un’accelerazione nelle ultime settimane quando la Commissione ha prodotto un nuovo dossier con le proposte di riforma che sono state bloccate dal Parlamento europeo che ha chiesto maggior tempo per prenderlo in esame. In particolare il relatore del testo al Pe, il forzista Salvatore Cicu, ha denunciato che, ad una prima lettura, le regole avrebbero penalizzato l’Italia; perplessità sono state espresse anche dal presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani che ha chiarito di non essere intenzionato a far passare il pacchetto di misure a scatola chiusa. La trattativa sul testo è quindi stata avviata durante i giorni della plenaria di Strasburgo con la commissaria Cecilia Malmström, lo stesso Cicu e i rappresentanti del Pe, ma al momento non è stato trovato alcun accordo.

Altro tema è quello legato al complesso pacchetto commercio per cui la Commissione ha annunciato un quadro europeo per il controllo degli investimenti diretti esteri nell’Ue per motivi di sicurezza e ordine pubblico, la cosiddetta barriera anti-scorrerie nei settori industriali strategici, una misura che vuole proteggere l’industria europea dalle mire cinesi, da capitali privati che nascondono in realtà il governo di Pechino.

Non è un caso che nel progetto si parli di sicurezza e ordine pubblico. Si tratta, infatti, dell’unico appiglio normativo per rimanere nell’ambito delle regole del Wto, che permette di mettere in campo misure di protezionismo avanzato nel caso in cui Stati membri vedano messe a repentaglio la propria sicurezza e il proprio ordine pubblico. La Commissione potrà bloccare direttamente operazioni d’acquisizione di realtà industriali che operano nei programmi strategici Galileo, Egnos, Copernico, Horizon 2020 e le reti Ten dei trasporti, energia e telecomunicazioni.

Per il resto, come già anticipato nei giorni scorsi, toccherà agli Stati membri chiedere il parere di Bruxelles, che avrà 25 giorni per fornirlo ma non sarà vincolante, ma che dovrà essere tenuto in massimo conto dal Paese interessato. Non sarà istituito un sistema di screening nei Paesi che non lo prevedono nella loro legislazione, ma si creerà un meccanismo di coordinamento comunitario.

Nonostante le correzioni che saranno apportate nei prossimi mesi, le nuove regole annunciate dimostrano la volontà europea di un nuovo protagonismo sulla scena del mercato internazionale, non più come singoli stati membri, ma come entità geopolitica nella sua interezza.

Ad ulteriore dimostrazione di questo nuovo approccio ha fatto capolino anche il nuovo regolamento per i trattati commerciali: per evitare che quelli futuri (i primi in ordine di tempo sono con Australia e Nuova Zelanda) rischino di essere in bilico fino all’ultimo come è accaduto con il Ceta, Bruxelles immagina di spacchettare gli accordi. Le materie a competenza esclusiva comunitaria avranno una fast track per cui basterà il via libera europeo, per la parte degli investimenti di competenza mista Ue-Stati membri servirà invece anche il via libera dei parlamenti nazionali e regionali.

La partita commerciale è troppo importante per essere lasciata al caso e oggi Bruxelles prova a rendere più efficace il proprio approccio in un mondo sempre più competitivo. Ora bisogna passare dalle intenzioni alla pratica e questo sarà il vero banco di prova.

 

 

 

 

 

Fonte: siderweb.com

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