Una contrazione di 3,6 miliardi di euro. Tanto sono costate all’Italia, secondo l’Associazione Artigiani Piccole e Medie Imprese (CGIA) di Mestre, le sanzioni economiche alla Russia introdotte dall’UE a seguito della crisi politico-militare con l’Ucraina.
Il report redatto dall’ufficio studi dell’ente afferma infatti che l’ammontare del valore delle esportazioni è sceso nello scorso anno a 7,1 miliardi di euro (7,071 miliardi di euro nel settore manifatturiero), contro i 9,502 miliardi di euro del 2014 e i 10,641 miliardi di euro del 2013.
Le imprese lombarde le più colpite. Prodotti in metallo perdono 259,8 milioni di euro
Secondo lo studio, sono le imprese lombarde ad aver accusato il colpo più duro, registrando nel 2015 una contrazione del valore delle proprie esportazioni verso la Russia di 1,18 miliardi di euro, seguite da quelle emiliane (-771 milioni di euro) e le venete (-688,2 milioni di euro).
Il settore manifatturiero cede nel complesso 3,5 miliardi di euro della contrazione complessivo e tra i comparti più colpiti compare anche la produzione di prodotti in metallo, che ha visto nel 2015 una riduzione di 259,8 milioni di euro di export. Il settore che ha risentito del maggior contraccolpo è quello dei macchinari, che hanno visto cedere nel confronto 2015/2014 648,3 milioni di euro, seguito dall’abbigliamento (-539,2 milioni di euro), dagli autoveicoli e dagli articoli in pelle (-399,1 milioni di euro e -369,4 milioni di euro), oltre a mobili e apparecchiature elettriche.
Sanzioni valide fino a luglio
Avviate nel luglio del 2014, le sanzioni economiche alla Russia sono state rafforzate il settembre successivo e sono state prorogate fino al 31 luglio prossimo. Secondo quanto riferito nello studio, Mosca ha risposto a queste misure ad agosto 2014, ponendo un embargo su prodotti agricoli e alimentari, ma rispetto agli acquisti da enti pubblici, sono stati estesi anche a prodotti tessili, abbigliamenti, dispositivi medici, automobili e autotrasporto e mezzi di servizio. Un quadro complessivo che secondo la CGIA di Mestre ha «prodotto un deterioramento dei rapporti commerciali tra Russia e Ue, non solo relativamente ai prodotti commerciali oggetto di restrizione/embargo».
Fonte: Siderweb.com