Non c’è soltanto l’oro tra le sorprese del 2016 sui mercati delle materie prime. Anche il minerale di ferro, contro ogni aspettativa, sta riprendendo quota. E il suo rally è ancora più potente di quello del metallo giallo (che peraltro ha già rallentato).
Il prezzo della commodity utilizzata per l’acciaio ieri è balzato di quasi il 6% sul mercato spot cinese, riportandosi sopra la soglia di 50 dollari per tonnellata: per la precisione a 51,52$ secondo il Metal Bullettin.
Dall’inizio dell‘anno il minerale di ferro ha guadagnato il 18,2%, mentre rispetto a dicembre — quando era sceso al minimo decennale di 37 $ – il recupero sfiora addirittura il 40 per cento. Per i maggiori esportatori, la brasiliana Vale e le australiane Rio Tinto e Bhp Billiton, è una benedizione: il settore minerario è tra quelli che hanno sofferto di più in borsa negli ultimi mesi. I big del minerale di ferro devono comunque rimproverare soprattutto se stessi per i ribassi. Confidando in una presunta insaziabilità della Cina avevano investito miliardi di dollari per espandere le miniere, salvo scontrarsi con una realtà ben diversa: per la prima volta dal 1981 la produzione di acciaio di Pechino è calata e secondo alcuni analisti non ritornerà mai più a crescere, quanto meno non ai ritmi dello scorso decennio. Secondo Morgan Stanley ci sarà un surplus di offerta della materia prima di 45,8 milioni di tonnellate quest’anno e di 34,1 milioni di tonnellate il prossimo. Volumi che rendono quasi incredibile il rally dei prezzi della materia prima e che giustificano i numerosi analisti che lo ritengono effimero. Solo un mese fa Citigroup aveva avvertito che il minerale di ferro sarebbe potuto affondare sotto 30 /tonn, mentre Goldman Sachs prevede prezzi sotto 40$ fini al 2018.
A risvegliare i prezzi del minerale di ferro negli ultimi giorni sembra essere stato il ritorno dei cinesi sul mercato, dopo le festività per il Capodanno lunare. Le acciaierie sono tornate ad acquistare, nonostante le ampie scorte segnalate nei porti del Paese. Alcuni operatori notano che la produzione locale di minerale di ferro ha cominciato finalmente a calare e di recente hanno subito una leggera (e probabilmente temporanea) flessione anche le esportazioni da Australia e Brasile. I margini di profitto delle imprese siderurgiche cinesi invece sono un po‘ migliorati: anche i future sull’acciaio stanno correndo a Shanghai.
Il prezzo delle vergelle ieri ha chiuso a 1.962 yuan (301$) per tonnellata, in rialzo di oltre il 4 per cento. In novembre era sceso al minimo storico di 1.626 yuan.
Fonte: ilsole24ore