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Dopo il caso dei sottomarini Trident, i vertici dell’industria siderurgica britannica stanno facendo pressione sui vari ministeri per assicurarsi che l’acciaio prodotto in Regno Unito venga impiegato nella costruzione dei collegamenti ferroviari dell’alta velocità High Speed 2.
Liberty House Group e British Steel, in particolare, stanno premendo per diventare i fornitori principali del materiale necessario al progetto di collegamento tra Londra con le Midlands e il Nord del Paese. Un collegamento da 56 miliardi di sterline (62 miliardi di euro), che richiederà l’utilizzo di 2 milioni di tonnellate di acciaio e che è stato approvato dal Governo la scorsa settimana.

Un’eventuale garanzia di impiego nella realizzazione delle opere di acciaio britannico restituirebbe una boccata d’ossigeno alla siderurgia in difficoltà.
Gli elevati costi per l’energia e i prezzi più bassi delle importazioni hanno fatto sentire il loro effetto negli ultimi anni, in primis con la perdita di oltre 5mila posti di lavoro. Ora il timore è che il Governo possa decidere, come accaduto per i sottomarini Trident, di acquistare acciaio dall’estero per la costruzione della nuova linea ferroviaria. Gli esperti tuttavia hanno messo in guardia le istituzioni: se l’acciaio locale non sarà impiegato nei principali progetti in campo, l’industria non sarà in grado di sopravvivere nel futuro.
Dallo Stato sinora non sono arrivate garanzie certe, ma solo una laconica affermazione: «Se le offerte di acciaio dal Regno Unito saranno le più concorrenziali, il materiale non sarà acquistato all’estero». A tal proposito, un portavoce del dipartimento dei trasporti ha affermato la volontà di incoraggiare offerte da parte dalle acciaierie britanniche per la costruzione dell’alta velocità. Non solo: sempre secondo il portavoce, come riporta il Daily Mail, sarebbero in corso confronti per fare in modo che i fornitori del Regno Unito siano messi nella miglior posizione possibile per aggiudicarsi l’appalto.

 

 

Fonte: siderweb.com

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