Il 2005 e 2006 sono stati anni decisamente solidi per la siderurgia globale. Incrementi produttivi e accelerazioni della domanda sono pietre miliari che ne testimoniano l’avanzata in atto già dalla fine del 2003. Il 2007, partito sotto buoni auspici, ha confermato il trend. Euler Hermes, grazie al proprio Centro Studi, ha analizzato il passato biennio cercando di guardare al consuntivo dell’anno ancora in corso.
Per farlo, non solo ha delineato l’andamento di domanda ed offerta, ma ha guardato anche all’andamento dei prezzi dell’acciaio che, grazie alla variabile delle scorte, non sempre segue i dettami che la lineare teoria economica insegna.
Ecco il report:
Visione d’insieme
Il consumo mondiale di acciaio grezzo è aumentato dell’8,3%, nel 2006, à 1.113 milioni di tonnellate; l’offerta ha battuto nuovi record (1.240 milioni di tonnellate prodotte, +8,8%). Il 2007 resta ben orientato, ad eccezione degli Stati Uniti, in cui per il primo semestre è previsto un calo, rispetto allo scorso anno. In Cina, l’attenzione si concentra attualmente sull’applicazione di misure riguardanti le esportazioni e il contenimento della sovrapproduzione. Il paese dovrebbe comunque continuare a registrare quest’anno una crescita a due cifre.
Situazione
In Europa (UE 15), il consumo di acciaio è stato sostenuto nel 2006 (+4,8%). L’offerta è cresciuta in proporzioni superiori al 4,9% (173 milioni di tonnellate prodotte), il tutto in un mercato ancora disciplinato, con i prezzi aumentati ad una media annua del 6%. Diversi produttori di acciaio europei hanno annunciato, nel 2007, aumenti dei prezzi (tra 20 e 30 euro la tonnellata), anche se, in alcuni paesi come la Germania, il dibattito è ancora acceso. Negli Stati Uniti, gli attori principali sono stati disciplinati, poiché l’offerta è cresciuta del 3,8%, mentre la domanda aumentava del 16%, costringendo gli acquirenti ad orientarsi verso le importazioni, in particolare quelle cinesi (che sono aumentate di più del 100%, con 4,8 milioni di tonnellate).
La riduzione della domanda e delle scorte ad alto livello ha contribuito, a partire dal secondo semestre 2006, a pesare sui prezzi, che oggi tornano allo stesso livello della fine del 2005. Infine, il consumo asiatico (+6% nel 2006) è stato sostenuto, nonostante il notevole affievolimento della domanda cinese (+9%), dopo cinque anni di crescita a due cifre, mentre la produzione aumentava del 19% circa, con 420 milioni di tonnellate.
Per farlo, non solo ha delineato l’andamento di domanda ed offerta, ma ha guardato anche all’andamento dei prezzi dell’acciaio che, grazie alla variabile delle scorte, non sempre segue i dettami che la lineare teoria economica insegna.
Ecco il report:
Visione d’insieme
Il consumo mondiale di acciaio grezzo è aumentato dell’8,3%, nel 2006, à 1.113 milioni di tonnellate; l’offerta ha battuto nuovi record (1.240 milioni di tonnellate prodotte, +8,8%). Il 2007 resta ben orientato, ad eccezione degli Stati Uniti, in cui per il primo semestre è previsto un calo, rispetto allo scorso anno. In Cina, l’attenzione si concentra attualmente sull’applicazione di misure riguardanti le esportazioni e il contenimento della sovrapproduzione. Il paese dovrebbe comunque continuare a registrare quest’anno una crescita a due cifre.
Situazione
In Europa (UE 15), il consumo di acciaio è stato sostenuto nel 2006 (+4,8%). L’offerta è cresciuta in proporzioni superiori al 4,9% (173 milioni di tonnellate prodotte), il tutto in un mercato ancora disciplinato, con i prezzi aumentati ad una media annua del 6%. Diversi produttori di acciaio europei hanno annunciato, nel 2007, aumenti dei prezzi (tra 20 e 30 euro la tonnellata), anche se, in alcuni paesi come la Germania, il dibattito è ancora acceso. Negli Stati Uniti, gli attori principali sono stati disciplinati, poiché l’offerta è cresciuta del 3,8%, mentre la domanda aumentava del 16%, costringendo gli acquirenti ad orientarsi verso le importazioni, in particolare quelle cinesi (che sono aumentate di più del 100%, con 4,8 milioni di tonnellate).
La riduzione della domanda e delle scorte ad alto livello ha contribuito, a partire dal secondo semestre 2006, a pesare sui prezzi, che oggi tornano allo stesso livello della fine del 2005. Infine, il consumo asiatico (+6% nel 2006) è stato sostenuto, nonostante il notevole affievolimento della domanda cinese (+9%), dopo cinque anni di crescita a due cifre, mentre la produzione aumentava del 19% circa, con 420 milioni di tonnellate.
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Prospettive
La produzione mondiale aumenterà di oltre il 5% nel 2007, con 1.305 milioni di tonnellate, in misura leggermente inferiore alla domanda (1.170 milioni di tonnellate). In Europa, consumi e produzione crescerebbero in parallelo del 3% circa, potendo contare su mercati (con l’eccezione del settore automobilistico) ancora molto solidi: basti pensare ai settori dell’edilizia/lavori pubblici, dell’industria meccanica e dell’energia. Il mercato americano rimane depresso in questo inizio d’anno, sebbene per il secondo semestre si preveda un rilancio. L’offerta e la domanda aumenterebbero, nel 2007, soltanto dell’1%. Infine, in Cina, le autorità prevedono una crescita della produzione del 10%. Dopo il forte aumento dello scorso anno (con 43 milioni di tonnellate, +110%, contro il sensibile calo del 28% delle importazioni, scese a 19 milioni di tonnellate), il livello delle esportazioni cinesi di acciaio risentirà della decisione, da parte del governo, di ridurre le esenzioni fiscali concesse agli esportatori, cosa che soddisferà i produttori americani, europei o coreani che rappresentano il 60% dei mercati.
Tra gli altri obiettivi dello Stato sono inclusi la chiusura delle acciaierie meno produttive e la limitazione dei consumi energetici nelle province, molte delle quali dovranno provvedere ad attuare queste misure entro l’anno in corso. Sarà interessante studiarne gli effetti su questo settore in perenne fermento.
La produzione mondiale aumenterà di oltre il 5% nel 2007, con 1.305 milioni di tonnellate, in misura leggermente inferiore alla domanda (1.170 milioni di tonnellate). In Europa, consumi e produzione crescerebbero in parallelo del 3% circa, potendo contare su mercati (con l’eccezione del settore automobilistico) ancora molto solidi: basti pensare ai settori dell’edilizia/lavori pubblici, dell’industria meccanica e dell’energia. Il mercato americano rimane depresso in questo inizio d’anno, sebbene per il secondo semestre si preveda un rilancio. L’offerta e la domanda aumenterebbero, nel 2007, soltanto dell’1%. Infine, in Cina, le autorità prevedono una crescita della produzione del 10%. Dopo il forte aumento dello scorso anno (con 43 milioni di tonnellate, +110%, contro il sensibile calo del 28% delle importazioni, scese a 19 milioni di tonnellate), il livello delle esportazioni cinesi di acciaio risentirà della decisione, da parte del governo, di ridurre le esenzioni fiscali concesse agli esportatori, cosa che soddisferà i produttori americani, europei o coreani che rappresentano il 60% dei mercati.
Tra gli altri obiettivi dello Stato sono inclusi la chiusura delle acciaierie meno produttive e la limitazione dei consumi energetici nelle province, molte delle quali dovranno provvedere ad attuare queste misure entro l’anno in corso. Sarà interessante studiarne gli effetti su questo settore in perenne fermento.
Crescita comparata del PIL mondiale
e della produzione di acciaio grezzo
(indice base anno 2000= 100)
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