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La notizia non è ancora confermata, ma alcune fonti, come riportato sul sito della Reuters, ritengono molto probabile che Pechino agisca sul mercato acquistando significativi quantitativi di alluminio (si parla di oltre un milione di tonnellate, ma secondo altre voci si tratterebbe di oltre 1,5 milioni di tonnellate) dalle fonderie cinesi allo scopo di sostenerle economicamente.

Non ha voluto commentare la vicenda lo State Reserves Bureau, ma questo provvedimento, che rappresenta uno sforzo non indifferente per il governo centrale dato che si parla di oltre 1,5 miliardi di dollari di investimento, rientrerebbe in un più ampio piano di salvataggio delle proprie industrie metallurgiche, che interesserebbe anche i produttori di nickel e zinco.
Le autorità cinesi in questo modo fornirebbero alle fonderie i capitali per non chiudere, e al contempo scoraggerebbero la sovrapproduzione.
Secondo i trader il sostegno artificiale ai prezzi che questa strategia metterebbe in atto sarebbe di breve durata; in ogni caso i primi effetti di tali indiscrezioni sono già evidenti poiché questa settimana i prezzi sullo Shanghai Futures Exchange hanno subito un incremento di oltre il 5% sulla scia dell’ottimismo generato dal possibile intervento statale.

 

 

A. Sabini Fender