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News 2009

I grandi boom – Gli Anni Ruggenti: consumismo e fiducia nel futuro nell’America degli anni ‘20

By 9 Dicembre 2009No Comments

La storia può insegnarci ad evitare gli errori commessi da chi ci ha preceduto, ma può anche fornirci dei modelli ai quali ispirarci. Dopo il ciclo dedicato alle grandi crisi economiche della storia, Siderweb propone quindi quattro appuntamenti per ripercorrere i principali momenti di espansione delle economie mondiali, puntando la lente sui loro fattori di successo.

 

L’appuntamento di oggi si concentrerà sugli anni ’20 del secolo scorso, battezzati negli Stati Uniti gli “Anni Ruggenti”, a sottolineare il sorprendente dinamismo di un mondo desideroso di guardare al futuro, dopo un passato sconvolto dall’esperienza della prima guerra mondiale.

Background – Conclusasi la Grande Guerra, gli Stati Uniti accusarono a cavallo dei due decenni un periodo di breve ma decisa crisi economica in concomitanza con la transizione dal panorama industriale bellico a quello civile. L’economia a stelle e strisce fu tuttavia rapida ad assorbire il colpo, proiettandosi verso un periodo di grande prosperità economica.

L’evoluzione – Gli elementi che contribuirono al successo dell’economia statunitense furono diversi e di varia natura: politica, sociale e tecnologica.

Con la fine della guerra e la smobilitazione della macchina bellica tantissimi americani tornarono a disposizione come forza lavoro e come consumatori desiderosi di lasciarsi alle spalle le ristrettezze del conflitto. La produzione di massa rese disponibili per tale target beni tecnologici considerati di lusso prima della guerra, come la radio, il cinema e l’automobile. Particolarmente importante fu l’ascesa dell’industria automobilistica, che si riflesse inevitabilmente su un ampio ventaglio di comparti correlati, dall’industria chimica ai servizi.

La spesa dei privati fu accompagnata da investimenti senza precedenti nelle infrastrutture. In alcuni casi si instaurarono dei circoli virtuosi: la costruzione di nuove strade, ad esempio, divenne cruciale con la diffusione delle automobili, ed un numero sempre maggiore di strade agì da incentivo all’acquisto di auto. Le nuove necessità dell’industria spinsero il comparto energetico del Paese, e i cambiamenti nel tessuto sociale alimentarono il processo di urbanizzazione già in atto.

La strategia politica non si limitò tuttavia alla sola spesa sulle infrastrutture. Le amministrazioni susseguitesi nel decennio puntarono sulla collaborazione tra governo e industria, limitando l’intervento statale nel settore privato e riducendo la pressione fiscale, soprattutto a vantaggio dei ceti abbienti che avevano risentito di tassazioni extra per sostenere lo sforzo bellico. La Federal Reserve perseguì una politica di espansione del credito, con tassi di interesse inferiori ai livelli di mercato e deregolamentazioni a favore delle grandi banche, che alimentò ulteriormente i consumi e gli investimenti.

L’epilogo – Nel complesso l’economia statunitense visse un periodo di forte espansione fino al 1929. La politica di credito facile risultò però a quel punto non più sostenibile, costringendo la Fed a rivedere le proprie strategie e togliendo di fatto benzina ai consumi del ceto medio. La speculazione borsistica, cresciuta progressivamente durante il decennio sulla scia della cavalcata del comparto industriale, si risolse nel famoso crollo di Wall Street, che chiuse gli Anni Ruggenti dando ufficialmente il via a quella che verrà chiamata la Grande Depressione.

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