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Le associazioni di categoria propongono «una certificazione e una definizione di acciaio green»

Le difficoltà dell’acciaio in Germania si riflettono anche sulla domanda di rottami ferrosi. Come hanno sottolineato l’Associazione dei commercianti di rottame tedeschi (BDSV), l’Associazione Federale Tedesca delle Materie Prime Secondarie e dello Smaltimento (BVSE) e l’Associazione dei commercianti e riciclatori di metalli tedeschi (VDM), gli acquisti da parte delle acciaierie tedesche sono diminuiti dell’8,6% in un anno, passando da 12,8 milioni di tonnellate del 2022 a 11,7 milioni di tonnellate nel 2023.

Una situazione che rispecchia l’andamento della produzione di acciaio grezzo della Germania, che ha registrato un calo del 3,8% lo scorso anno. In particolare, mentre l’output da ciclo integrale (BOF) ha peso solo l’1% sull’anno, quello da forno elettrico (EAF), che assorbe il consumo di rottami, ha subito una frenata del 10,8%.
Inoltre, nel 2023 in Germania la percentuale di rottami utilizzata nella produzione di acciaio grezzo è diminuita di oltre il 2% rispetto all’anno precedente, collocata dalla BDSV e dalla BVSE al 42,3%, mentre combinando i dati dell’industria siderurgica a quelli delle fonderie il consumo di rottame cala del 7,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente.

Le associazioni hanno quindi avanzato una proposta per migliorare la situazione: «Il riciclo delle materie prime secondarie può essere promosso da certificazione che indichi la percentuale di materiale riciclato, come il contenuto di rottami. Per i prodotti verdi abbiamo bisogno di metalli verdi e per i metalli verdi abbiamo bisogno di rottami di acciaio, alluminio e rame. È qui che entrano in gioco le nostre aziende, che forniscono agli impianti siderurgici e metallurgici materie prime riciclate nelle quantità e qualità desiderate, attraverso una raccolta completa e una selezione di alta qualità».
Le misure proposte includono l’etichettatura delle materie prime green, una definizione di acciaio verde, incentivi attraverso gli appalti pubblici e l’esame di una possibile tariffazione delle emissioni che non sono ancora coperte dal Cbam. Secondo il BDSV, l’utilizzo di rottami di acciaio al posto del minerale di ferro «porta a un risparmio di 1,67 tonnellate di CO₂ per ogni tonnellata di rottami di acciaio utilizzati. Nel caso dei rottami di acciaio inossidabile, il risparmio è di 4,30 tonnellate di CO₂ per tonnellata prodotta», aggiungono le associazioni.

 

Fonte: siderweb.com

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