Previsioni – Prosegue il pessimismo sul consumo globale di acciaio: secondo Deutsche Bank nel 2009 la flessione sarà del 17% su anno, con un netto peggioramento rispetto alla stima di -7% fatta qualche mese fa dalla banca tedesca. Anche i dati relativi alla capacità produttiva sono stati rivisti al ribasso, attestandosi al 65% rispetto all’anno precedente. Per incontrare qualche dato positivo bisogna affacciarsi sul 2010, quando secondo Deutsche Bank l’output di acciaio farà segnare un incremento del 6%.
Produzione – La produzione europea di ArcelorMittal non verrà incrementata nel secondo trimestre. Il maggior gruppo siderurgico mondiale ha reso infatti noto che verranno mantenuti gli stessi ritmi produttivi del periodo gennaio-marzo finché le condizioni di mercato non consentiranno la ripresa a pieno ritmo.
Materie prime – Qualcosa sembra muoversi sul fronte del rottame. Secondo Ruggero Alocci (Alocci Rappresentanze Industriali) «in Italia si segnalano aumenti di circa una ventina di euro la tonnellata, mentre in Turchia le acciaierie sono tornate all’acquisto per quantitativi ingenti con un incremento di una ventina di dollari la tonnellata rispetto al mese scorso». Anche la nota mensile di Assofermet si aspetta per l’Italia «un incremento dei prezzi nei primi giorni di aprile», con «una buona domanda finalizzata alla ricostituzione delle scorte». Tuttavia preoccupa «la drastica riduzione dei quantitativi di rottame raccolti» a causa «dell’eccessiva diminuzione delle quotazioni avvenuta a marzo». Per quanto riguarda la ghisa invece sarà necessario aspettare ancora. Secondo Cinzia Vezzosi (responsabile Ghisa e Ferroleghe di Assofermet) «bisognerà attendere ancora qualche settimana per vedere un cambiamento del trend». Ad aprile «non ci dovrebbero essere consistenti novità», mentre a maggio « dovrebbe esserci più fermento nel mercato».
Prodotti finiti – Ottimismo sul versante lunghi. Le quotazioni sul mercato tricolore hanno iniziato a salire prima per il tondo, che ha recuperato nelle ultime settimane 50-60 euro la tonnellata rispetto ai minimi, e successivamente per le travi (circa +20 euro la tonnellata) ed i laminati (+20/40 euro la tonnellata). Tra gli operatori c’è maggior fiducia e l’impressione condivisa è che il fondo sia stato toccato e superato e che sia all’orizzonte una ripartenza. Diverso il discorso per i prodotti piani, dove per i prezzi si segnala una sorta di stabilità ma la richiesta apparente e finale rimane fortemente rallentata.