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L’acciaio italiano conferma alla Camera dei deputati la preoccupazione per i livelli di importazioni unfair nell’Ue.

In commissione Industria era atteso il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, sostituito però per un malanno di stagione dal direttore generale Flavio Bregant che, in maniera esaustiva, ha descritto scenario e punti di debolezza dei provvedimenti in discussione a livello comunitario su riforma dei sistemi di difesa commerciale e di antidumping.

Dopo una breve panoramica dello scenario mondiale ed europeo che l’acciaio sta vivendo, Bregant ha rimarcato la posizione di Federacciai allineata a quella di Confindustria: «L’acciaio italiano è favorevole al libero commercio – ha detto il direttore generale –, ma se fatto in maniera fair. Se vi sono politiche di dumping accertate, non si può parlare di protezionismo, ma di difesa da pratiche scorrette. Riteniamo le due misure che ora state analizzando deboli e non consone a risolvere il problema, e ci auspichiamo che il Governo italiano mantenga la posizione assunta nelle precedenti occasioni nel chiedere maggior fermezza. Il problema per quanto riguarda i TDI sta nella somma di condizioni che devono verificarsi per poter avere l’esenzione dalla lesser duty rule, che tra il pregiudizio alle aziende Ue e il livello di dumping prende la percentuale minore per elaborare il dazio finale. La proposta configura degli scenari difficilmente verificabili e che, in più, mettono a rischio proprio le produzioni a maggior valore aggiunto come gli acciai inossidabili e speciali. Per quanto riguarda l’antidumping invece si propone in fase di revisione della scadenza di provvedimento di procedere con rimborsi alle aziende se si verifica che nell’ultimo anno il dazio non era dovuto; ma non si prevede la rettroattività all’inizio dell’indagine se si accertano violazioni. Inoltre si sposta l’onere della prova sull’Ue».

Proprio sul calcolo dell’antidumping, dopo che la Cina ha presentato una denuncia al WTO su Europa e Stati Uniti per il mancato riconoscimento automatico dello status di economia di mercato, Federacciai si auspica che l’eventuale revisione del sistema antidumping venga spostata solo dopo il pronunciamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che non si esclude possa dare torto al Governo cinese.

 

 

Fonte: siderweb.com