Presentare sul tavolo comunitario il tema della competitività siderurgica italiana ed europea nelle sue criticità e potenzialità. Questo il motore che ha portato Federacciai a sedersi oggi al tavolo coi Deputati del Parlamento Europeo per un confronto continuo tra uno dei principali settori dell’economia italiana ed europea, quello dell’acciaio, e le Istituzioni dell’Unione. All’ordine del giorno l’analisi dei problemi della siderurgia per individuare gli strumenti che permettano al settore siderurgico di rimanere competitivo in un mercato globalizzato.
Sul tavolo tematiche scottanti che si snodano dalla rapida e sfrenata crescita del gigante cinese alle conseguenti difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime strategiche. E ancora, la tendenza alle concentrazioni di aziende in conglomerati sempre più grandi, il caro energia e l’applicazione delle direttive ambientali a seguito dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.
«Il sostegno che oggi chiediamo alle istituzioni politiche che ci rappresentano in Italia e in Europa, – ha detto Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai – è finalizzato a una concreta politica di rilancio della nostra competitività che ci permetta di sfruttare il più possibile le potenzialità della globalizzazione».
«Lo schema dell’Emissions Trading, ad esempio – ha sottolineato Pasini – penalizza enormemente la competitività delle nostre aziende in quanto esso è applicato solo ai settori industriali e non ad altri come quello dei trasporti o dell’edilizia, nonostante l’aumento complessivo delle emissioni di CO2 sia attribuibile, in larga misura, anche a questi». Negli ultimi anni in Italia, «le emissioni di CO2 degli impianti siderurgici sono diminuite sensibilmente e, per quanto riguarda le emissioni legate direttamente al processo di produzione dell’acciaio, come è il caso anche per le altre siderurgie europee, si è vicini al raggiungimento del limite tecnologico di riduzione».
«Un ulteriore taglio alle emissioni che ci è stato richiesto – ha concluso Pasini – sarà possibile solo attraverso la diminuzione della nostra produzione di acciaio e questo è inaccettabile visti gli elevatissimi investimenti che le imprese siderurgiche italiane ed europee hanno già compiuto per l’adeguamento ai parametri del Protocollo e alla stessa Emissions Trading».
Ecco perché l’auspicio lanciato da Federacciai è quello di vedere varato al più presto il provvedimento per la Competitività che il Governo Italiano sta esaminando e che – come aha reso noto Federacciai – «rappresenta certamente il primo passo verso una politica in grado di assicurare una “par condicio” con i concorrenti stranieri».
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