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In una lettera alla Commissione le associazioni propongono un tavolo per discutere le misure anticrisi

In una lettera congiunta indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al vicepresidente esecutivo, Stéphane Séjourné, Eurofer e IndustriAll hanno sottolineato la crisi in atto per la siderurgia, chiedendo ai rappresentanti dell’Unione misure d’emergenza e un vertice europeo per preparare il Piano d’azione per l’acciaio e altre iniziative cruciali come il Clean Industrial Deal.

Nella missiva, l’associazione dei siderurgici europei ribadisce l’allarme lanciato due settimane fa: «L’industria siderurgica europea è in crisi, con migliaia di tagli ai posti di lavoro annunciati di recente e piani di decarbonizzazione da miliardi di euro attualmente bloccati», si legge. Per queste ragioni, «industriAll European Trade Union e l’Associazione europea dell’acciaio, le parti sociali dell’Ue per il settore siderurgico, chiedono un incontro urgente per discutere le soluzioni più urgenti e il nostro Piano d’azione per l’acciaio, che è stato approvato dai parlamentari europei di tutti i gruppi politici e di diversi Stati membri».

Costi energetici e concorrenza a livello globale, non solo asiatica. Queste due delle principali preoccupazioni del settore: «Il settore siderurgico dell’Ue stava già soffrendo a causa delle crisi dell’energia e delle materie prime e, come se non bastasse, il mercato dell’Ue è nuovamente invaso da acciaio straniero a basso costo. Infatti, a seguito della crisi economica in Cina, si stima che circa 100 milioni di tonnellate di acciaio cinese stiano invadendo i principali mercati a prezzi di dumping. Questo, unito a un eccesso di capacità siderurgica globale da record, pari a 560 milioni di tonnellate, è catastrofico per il settore siderurgico dell’Ue e per i suoi lavoratori. Tuttavia, il problema non riguarda solo la Cina: altre regioni del mondo produttrici di acciaio, come l’Asia meridionale, il Medio Oriente, l’India e il Giappone, si stanno riorientando verso l’Ue, deprimendo i prezzi globali dell’acciaio e mettendo a rischio la sopravvivenza del nostro settore e gli investimenti nella transizione verde».

Alla luce di questo quadro, gli attuali strumenti di difesa commerciale sono visti come un elemento essenziale, seppur non sufficiente, per affrontare le ricadute della sovraccapacità mondiale. Perciò, «oltre a rafforzare gli strumenti esistenti, le parti sociali siderurgiche dell’Ue chiedono misure di emergenza a breve termine e una nuova iniziativa commerciale globale dell’Unione; è necessaria una tariffazione delle importazioni che tenga conto delle regole dell’OMC, per affrontare una doppia crisi, che combina le ondate di esportazioni che distorcono il mercato con prezzi estremamente bassi»,

Le due associazioni, infine, ritengono che le difficoltà attuali richiedano un vertice europeo dell’acciaio e chiedono alla Commissione di organizzarlo in breve tempo, ovvero all’inizio del 2025. Un tavolo che dovrebbe coinvolgere «le parti sociali del settore siderurgico, gli Stati membri e funzionari di alto livello delle istituzioni europee, con l’obiettivo di affrontare l’attuale crisi. Il vertice sarebbe utile per preparare l’annunciato “Piano d’azione per l’acciaio e i metalli”, nonché altre iniziative volte a ridurre i prezzi dell’energia, a garantire l’efficacia del CBAM, l’accesso alle materie prime, una transizione giusta e a stimolare gli investimenti, come il Clean Industrial Deal».

Fonte: siderweb.com

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