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«Ci auguriamo che il presidente degli Stati Uniti non “prema il grilletto” di una nuova guerra commerciale».

 

Questo l’appello dell’associazione dei produttori di acciaio europei Eurofer, dopo la diffusione dei contenuti del report sullo Steel Probe americano, relativamente all’indagine sulla sezione 232, che analizza eventuali minacce alla sicurezza nazionale dall’import di acciaio da parte degli Usa.

Il testo, reso noto nei giorni scorsi e già analizzato da Siderweb in un approfondimento dedicato, ha immediatamente suscitato la reazione dei produttori continentali preoccupati per le possibili soluzioni prospettate al presidente americano.

In estrema sintesi si chiede a Donald Trump o di porre un dazio a 360° di almeno il 24% sull’acciaio in entrata degli Usa, oppure di bloccare completamente l’import da: Brasile, Corea del Sud, Russia, Turchia, India, Vietnam, Cina, Tailandia, Sud Africa, Egitto, Malesia e Costa Rica. Entrambe le scelte innescherebbero una decisa sollevazione dei Paesi membri del WTO.

«L’industria siderurgica dell’UE è da tempo un fornitore affidabile di acciai di alta qualità negli Stati Uniti, inviando oltre tre milioni di tonnellate di acciaio nei primi undici mesi del 2017. L’UE e gli USA inoltre sono partner nell’alleanza della NATO – ha affermato Axel Eggert, direttore generale di Eurofer -. Qualsiasi restrizione sulle importazioni di acciaio dall’UE basata sulla sezione 232 comprometterebbe questa partnership. I produttori dell’UE e degli Stati Uniti hanno subito perdite finanziarie e chiusure dopo la crisi finanziaria causata da distorsioni commerciali da Paesi terzi. Le pressioni delle importazioni hanno influenzato in modo significativo ogni mercato. Fino ad ora, entrambi hanno utilizzato rimedi commerciali mirati a colpire prodotti in acciaio oggetto di dumping in modo evidente da Paesi terzi. L’UE e gli Stati Uniti sono inoltre membri attivi del Forum del G20 sulla capacità in eccesso di acciaio. Ci impegniamo a lavorare con gli Stati Uniti e altre nazioni per eliminare rapidamente la fonte di queste distorsioni: la sovraccapacità globale. Questo non sarà raggiunto con misure unilaterali. Se una qualsiasi delle alternative proposte fosse dispiegata, ci aspetteremmo una rapida e vigorosa contromisura da parte dell’UE per prevenire qualsiasi potenziale impatto negativo sulla nostra industria, comprese le necessarie misure di salvaguardia commisurata alla reale minaccia di ciascun prodotto e a qualsiasi tipologia di intervento suggerita nella sezione 232».

 

 

Fonte: siderweb.com