La siderurgia sta cambiando. Le maxi-acquisizioni, i Paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), la volatilità delle materie prime stanno infatti contribuendo a disegnare un settore nuovo, nel quale le vecchie abitudini e i vecchi modi di affrontare i mercati dovranno essere migliorati e superati. Questa “rivoluzione” toccherà anche la distribuzione d’acciaio in Italia. Per cercare di capire meglio quali saranno le linee evolutive del comparto, Siderweb con la collaborazione del professor Rino Ferrata (docente di Strategia presso l’Università degli Studi di Brescia) presenterà nel corso di Made in Steel lo studio “L’acciaio come software: Linee evolutive per il futuro della distribuzione di acciaio in Italia”. Il lavoro sarà diviso in due parti. Mentre la prima approfondirà maggiormente l’aspetto teorico del problema, la seconda sarà incentrata su una serie di interviste ad alcuni operatori del settore per sentire le voci di chi fa il mercato giorno per giorno.
Nelle prossime settimane, proporremo sul sito alcuni stralci delle testimonianze da noi raccolte.
Nelle prossime settimane, proporremo sul sito alcuni stralci delle testimonianze da noi raccolte.
I primi personaggi a “dirci la loro” sul tema sono Enrico (vice presidente del sindacato acciai di Assofermet) e Davide (a.d. di Almasider) Vettorato.
Enrico Vettorato {mosimage} Davide Vettorato {mosimage}
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«I magazzini dal pronto sono molto cambiati negli ultimi anni – ha esordito Enrico Vettorato (foto a sinistra) -. È mutato il ruolo del commerciante, che oggi deve essere in grado di consigliare e dare un supporto tecnico ed informativo ai propri clienti». A ciò si è aggiunta anche una maggior specializzazione: «rispetto al passato i distributori – ha aggiunto Davide Vettorato (foto a destra) – si sono focalizzati verso alcuni prodotti (es: tubi strutturali, materiale trafilato) o verso alcuni settori (es: fornitura di materiale per la carpenteria)». Ciò ha permesso ai commercianti di crearsi de lle nicchie e di avere una marcia in più rispetto ai distributori indifferenziati.
Ma il cambiamento non è stato solo nei prodotti, ma anche nella cultura. «La preparazione degli operatori oggi è notevolmente superiore – ha sottolineato Enrico Vettorato -.
Mentre ieri quasi tutti i siderurgici erano autodidatti, adesso chi lavora nell’acciaio ha spesso alle spalle una preparazione universitaria». L’aumento della conoscenza, unito all’impiego su larga scala dell’informatica e alla crescita dei Paesi emergenti, ha portato a profondi mutamenti «nel modo di acquistare, di vendere, di rapportarci con i clienti – ha detto Davide Vettorato – e continuerà a modificarlo in futuro».
Per il “domani” dei magazzini del pronto le possibilità sono due. «I piccoli magazzini hanno due scelte. O rimanere piccoli e soddisfare l’area circostante, oppure crescere – ha dichiarato Davide Vettorato -. Ma crescere da soli oggi è molto difficile, bisognerà fare qualcosa di diverso: trovare collegamenti, partnership, relazioni forti con qualcun altro». Una cosa però è certa: «Il magazzino non morirà mai – ha concluso Enrico Vettorato -. La conformazione del territorio italiano non permette di avere grossi distributori per soddisfare le esigenze dei consumatori medi e piccoli. I grandi distributori potranno solo supportare i magazzini dal pronto, anche perché sarebbe veramente un grosso errore avere la presunzione di bypassarli.
Per il “domani” dei magazzini del pronto le possibilità sono due. «I piccoli magazzini hanno due scelte. O rimanere piccoli e soddisfare l’area circostante, oppure crescere – ha dichiarato Davide Vettorato -. Ma crescere da soli oggi è molto difficile, bisognerà fare qualcosa di diverso: trovare collegamenti, partnership, relazioni forti con qualcun altro». Una cosa però è certa: «Il magazzino non morirà mai – ha concluso Enrico Vettorato -. La conformazione del territorio italiano non permette di avere grossi distributori per soddisfare le esigenze dei consumatori medi e piccoli. I grandi distributori potranno solo supportare i magazzini dal pronto, anche perché sarebbe veramente un grosso errore avere la presunzione di bypassarli.
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