Alla luce del sempre maggiore interesse italiano verso l’energia nucleare, Siderweb propone un paragone tra il panorama energetico del Belpaese e quello francese. Un confronto con i cugini transalpini può aiutare a capire vantaggi e svantaggi di questa importante scelta: la Francia è infatti il Paese europeo con la maggiore quota di fabbisogno energetico coperto dal nucleare (dopo il Belgio, la cui produzione in valore assoluto è però nettamente minore) e con il maggior numero di impianti installati (58 reattori in 19 siti).
Produzione e consumi – Analizzando i dati relativi alla produzione elettrica delle due nazioni (fonte Eurostat 2005) risulta una forte disparità. La produzione nucleare francese incide per 451.529 GWh su una produzione complessiva di 575.365 GWh, contro i 303.699 complessivi GWh italiani. Il carico base della rete elettrica francese risulta quindi coperto interamente dal nucleare mentre nelle ore di punta si ha una buona presenza di idroelettrico (56.938 GWh contro i 42.927 GWh italiani).
L’abbondanza di energia sembra aver portato in Francia a porre minore attenzione sulle tematiche di efficienza: le perdite di distribuzione e per servizi di centrale ammontano rispettivamente al 6,2% e al 5% contro il 5,8% e 3,7% dell’Italia. Forte differenza anche sui consumi di energia elettrica negli usi domestici ed energetici, molti più ampi in Francia, mentre in Italia viene preferito il più efficiente gas.
Costi – Il prezzo medio dell’energia francese, grazie al connubio nucleare-idroelettrico, risulta di circa 73 €/MWh (92 €/MWh per le utenze domestiche e 54 €/MWh per quelle industriali, contro rispettivamente 165 €/MWh e e 98 €/MWh in Italia).
La componente variabile dovuta al combustibile fissile è di circa 11 €/MWh (fonte World Energy outlook IEA 2005), quindi il costo dell’energia nucleare risulta sostanzialmente in funzione dell’impianto. Prendendo come esempio il preventivo di un impianto recentemente ordinato dalla Finlandia, con un costo di costruzione dell’impianto intorno ai 1.900 €/kW e una vita produttiva di 40 anni con 8.000 ore annue a pieno carico, il prezzo del MWh compreso dei costi di dismissione e trattamento scorie ammonterebbe a 57€. Eventuali ritardi e crescita dei costi nella realizzazione delle opere rispetto a questo scenario ideale, così come una diminuzione delle ore effettive di produzione, porterebbero ovviamente tale valore a crescere. In questo senso il prezzo medio francese rappresenta un buon esempio di contenimento della crescita dei costi.
L’attuale nerbo della capacità di generazione di energia in Italia è invece nel gas (70€/MWh), seguito dalle importazioni (40-50€/MWh), carbone (50-60€/MWh) ed idroelettrico (20-30€/MWh). I valori medi di prezzo acquistano tuttavia una decisa forbice a seconda della fase della giornata, a causa del diagramma di carico italiano con grandi differenze tra ore piene e vuote. Da questo punto di vista, una politica atta a distribuire con più equilibrio i consumi energetici nelle diverse fasce della giornata potrebbe quindi portare a sensibili risparmi. Da segnalare inoltre, quantomeno per le aziende posizionate nel nord Italia, la possibilità di acquistare direttamente all’estero energia nucleare all’ingrosso.