Dopo quasi dieci giorni di stop delle quotazioni l’effetto Ilva si fa sentire in tutta la sua forza, accelerando probabilmente un processo di riallineamento dei prezzi nazionali con quelli europei già annunciato prima dei sequestri. Processo di riallineamento che vede un cambiamento repentino anche nei listini di Marcegaglia, come annunciato a Siderweb dall’amministratore delegato dell’azienda Antonio Marcegaglia.
«Vorrei innanzitutto spendere alcune parole sulla vicenda Ilva – spiega Marcegaglia -, vicenda che lascia ancora una sensazione di preoccupazione per la mancanza di certezza sugli sviluppi dell’immediato futuro, ritengo comunque l’atto del Governo con questo decreto legge coraggioso e doveroso e credo possa contribuire a mantenere l’Ilva come un asset industriale importante per il paese. Vorrei anche esprimere la mia solidarietà agli imprenditori coinvolti in questa delicatissima vicenda. Tornando al mercato, l’incertezza generata da questo braccio di ferro impatta soprattutto sulle tempistiche, con rallentamenti sia nel riavvio degli impianti, che nelle consegne che inevitabilmente colpiranno tutta la filiera. Un impatto in parte già visto la scorsa settimana con rincari di 20/30 euro la tonnellata sui listini, che da subito avranno un ulteriore incremento di 40/50 la tonnellata a seconda delle varie tipologie di prodotto, con quindi un coils a caldo che supererà i 500 euro la tonnellata ed uno zincato a 560/570 euro la tonnellata. Prezzi che, probabilmente velocizzati proprio dallo stop dell’Ilva, non sono fuori dal mondo ma correggono l’anomalia vista nei mesi precedenti in cui quotazioni le italiane sono state le più basse al mondo, e che invece con questi rialzi si riallineano ai prezzi applicati nel resto d’Europa. Un riequilibrio per altro già annunciato anche da ArcelorMittal prima dello stop Ilva. È chiaro che il contesto di fondo rimane difficile e che i livelli della domanda rimangono deboli. Si erano però raggiunti livelli di vendita sottocosto non più accettabili alla luce dei prezzi delle materie prime».
Anche i tubi quindi vedranno i nuovi livelli di sconto assestarsi al 50%/51%, rimarcando come gli effetti si applichino a tutta la filiera dei piani.
«Vorrei sottolineare – prosegue Marcegaglia – che questi aumenti non sono in nessun modo speculativi, o meglio i livelli di prezzo raggiunti non hanno nulla di speculativo».
Resta però da capire ora quali saranno le reazioni a valle e come il sistema di commercianti e centri servizio reagirà alle nuove richieste della produzione.
«Ritengo pericoloso alla luce dei nuovi listini – conclude Marcegaglia -, l’atteggiamento avuto finora a valle della filiera in cui vi è stata forse troppa attenzione ai volumi».
Fonte: Siderweb.com