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Quando i problemi sono globali, anche le possibili soluzioni devono esserlo. Gli esempi di collaborazione tra siderurgie – e istituzioni – stanno diventando importanti, evidenziando come la crisi mondiale del settore sia tale da chiedere il graduale abbandono delle iniziative, poco fruttuose, individuate in precedenza, per l’adozione di nuovi strumenti collaborativi e sinergici.

In quest’ottica si può leggere la collaborazione che Brasile e Stati Uniti hanno annunciato di voler realizzare per mitigare le problematiche delle rispettive industrie siderurgiche, fiaccate principalmente dallo strapotere cinese.

 

Discussione e azione alla base dell’accordo
Secondo quanto riferito dal portale economico brasiliano «Jornal de Comèrcio», l’idea di una collaborazione tra i due Paesi è stata proposta dal governo statunitense. Una proposta accolta di buon grado dal Brasile che ha visto la partenza nelle scorse ore del ministro dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero Armando Monteiro con destinazione Washington proprio per sostenere una serie di incontri con il governo e le imprese USA. In un vertice con il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Michael Froman, Monteiro ha riferito la necessità di un «coordinamento internazionale» utile a non peggiorare la già difficile situazione, sottolineando come la siderurgia brasiliana, nei soli ultimi 15 mesi, abbia perso tra i 20 e i 25 mila posti di lavoro. Secondo il ministro, la strategia ideata prevede che il Brasile e gli Stati Uniti agiscano congiuntamente nell’ambito di un forum di discussione sulla crisi in acciaio in preparazione del vertice OCSE che si riunirà a Bruxelles il prossimo 18 aprile. Allo stesso modo, l’auspicio è che si possa concertare un’azione di difesa commerciale coordinata che affianchi, o che se necessario superi, le iniziative nazionali già in atto.

 

La questione cinese
«Si tratta di una questione estremamente complessa. La metà della produzione mondiale di acciaio ora viene dalla Cina. – ha dichiarato il ministro brasiliano – All’inizio degli anni ‘80, la Cina aveva il medesimo output di acciaio del Brasile di oggi. Attualmente, la produzione cinese di 15 giorni è equivalente a quella del Brasile in un anno. Non abbiamo alcuna intenzione di fare imposizioni alla Cina, non sarebbe realistico. Ma si deve aprire un dialogo per un processo di coordinamento al fine di evitare l’aggravarsi di questa situazione, che è già molto grave» ha concluso Monteiro.

 

 

Fonte: siderweb.com