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La ripresa c’è ma non permette alle imprese di operare con orizzonte definito, costringendole a navigare ancora a vista.

Questo, in estrema sintesi, il messaggio principale del report mensile del Centro Studi Confindustria (Csc) che prende il nome di Congiuntura Flash.

 

La quiete dopo la tempesta
«È passata la grande paura dell’avvitamento tra mercati finanziari ed economia reale – spiega il Csc -. Tuttavia, lo scenario globale è uscito più fragile dalla tempesta finanziaria, privo di possibili sorprese positive. Impone di navigare a vista. Un atteggiamento prudente che inevitabilmente condiziona le decisioni di spesa, soprattutto gli investimenti».
Secondo gli analisti le borse hanno recuperato gran parte del crollo autoinflitto, dal momento che non era giustificato dai fondamentali. Anche il petrolio ha recuperato un po’ terreno anche se l’offerta rimane largamente eccedentaria. Per il Csc infine i tassi di interesse sono ai minimi, e resteranno tali a lungo.

 

Valute ancora alla ricerca d’identità
«Dopo la guerra, tra le valute sembra sia scoppiata la pace, o almeno una tregua – proseguono gli analisti di Confindustria -: le autorità cercano di evitare che dai cambi origini nuova instabilità; difficile dire se ci riusciranno specie in Cina. Ma è un monito importante: non aspettiamoci altro sostegno da un’ulteriore svalutazione dell’euro. Le riprese americana ed europea appaiono solide, guidate dai consumi, sebbene assai moderate».
Diverso invece quello che sta succedendo per i mercati emergenti che marciano a ritmi ridotti, con prospettive poco brillanti e perduranti incognite cinesi.

 

L’Italia torna in positivo
«In Italia uno sguardo più attento ai dati rivela che la parte dell’economia influenzabile dalla politica economica – conclude il Csc -, la domanda finale interna, è risultata in accelerazione per tutto il 2015, lungo la direzione attesa. In particolare i consumi delle famiglie. Deboli segnali di ripartenza ora giungono anche dagli investimenti, comprese le costruzioni; gli acquisti di macchinari beneficeranno degli incentivi (giudicati molto utili dalle imprese) sui superammortamenti, necessari per fronteggiare il basso utilizzo della capacità, la redditività ai minimi storici e il credito ultraselettivo. In tale contesto, il sostegno agli investimenti pubblici e privati rimane la vitale destinazione per i margini di flessibilità che potranno essere incorporati nel prossimo documento di finanza pubblica».

 

 

Fonte: Siderweb.com

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