Nonostante la riduzione della capacità produttiva operata nel 2017, i profitti della siderurgia cinese marciano a gran velocità.
Lo ha affermato il ministero dell’Industria e dell’IT (MIIT) di Pechino che ha riferito: «Nel periodo gennaio-novembre dello scorso anno, l’utile netto combinato nel settore della fusione e della laminazione di metalli ferrosi è aumentato del 180% su base annua ed ha raggiunto i 313,88 miliardi di yuan (circa 40 miliardi di euro)».
Nel medesimo arco temporale, i ricavi operativi delle principali società del settore sono aumentati del 20% su base annua a 5,66 miliardi di yuan (723 milioni di euro). Il ministero ha ribadito l’importanza che le strategie dell’industria nazionale siano rivolte all’innalzamento della qualità e dell’aumento dei margini, riducendo al contempo la sovraccapacità. A tale proposito, le imprese “zombi” in continua perdita devono essere eliminate per togliere dal mercato capacità inefficiente.
«In nessun caso – si legge nella dichiarazione ministeriale – la capacità produttiva dovrebbe essere aumentata nel 2018».
La Cina – riferisce l’agenzia Xinhua – prevede di eliminare da 100 milioni a 150 milioni di tonnellate di capacità di acciaio grezzo e 500 milioni di tonnellate di carbone in cinque anni a partire dal 2016. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica, il Paese ha raggiunto i target previsti per il 2017.
Fonte: siderweb.com