Anche per il carbon coke, come per il minerale ferroso, si prospettano rincari con l’arrivo del 2010, ma con una maggiore decisione. È quanto emerge analizzando le ultime previsioni dei principali esperti mondiali sui possibili sviluppi del benchmark del coke per il prossimo anno.
La maggioranza delle stime si concentra attorno ad un range compreso tra il 30% ed il 40%. Secondo UBS il benchmark 2010 potrebbe portarsi a 170 dollari la tonnellata, per un incremento su base annua al di sopra del 30%. Rialzo del 39% invece per Macquarie, che prospetta 180 dollari la tonnellata per il carbon coke di origine australiana, rivedendo la precedente stima di +24%. Anche per Goldman Sachs il benchmark è destinato a salire del 39%. Centosessanta dollari alla tonnellata è invece quanto atteso dagli analisti di Morgan Stanley e JPMorgan. Rincari più marcati infine nelle stime di CRU e Citi Investment, rispettivamente puntate a quota 185 e 200 dollari la tonnellata.
Più moderate le previsioni di Citigroup, che limitandosi però al solo mercato cinese ipotizza un rialzo del 14% rispetto al benchmark 2009. Proprio la Cina costituirà assieme a Giappone e Corea del Sud il motore asiatico del coke: nel 2010 la domanda d’import cinese è prevista da Macquarie in aumento del 5,6% a quota 38 milioni di tonnellate, mentre Giappone e Corea del Sud saliranno con forza anche maggiore (+14% a 58 milioni di tonnellate per il Giappone, +17% a 21 milioni di tonnellate per la Corea del Sud).
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