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Nel mercato italiano del rottame l’offerta risulta scarsa e dunque i prezzi «restano stabili nonostante alcune incertezze lamentate dai produttori sia in termini di ordini che di marginalità legata ai prezzi del prodotto finito». Lo afferma Assofermet nella sua nota mensile dedicata al mercato delle materie prime per la siderurgia. Secondo l’associazione, le fermate per le festività «condizioneranno la domanda sul primo trimestre che appare al momento incerto. L’annuncio di aumenti dei prodotti finiti da parte delle acciaierie fa presagire una ripresa in parte sul primo trimestre ma molto più probabilmente sul secondo trimestre 2023».

Prendendo in considerazione il mercato internazionale, Assofermet ricorda che i prezzi sono calati nella prima metà di novembre per poi risalire nella seconda parte e nella prima settimana di dicembre. In particolare, in Turchia sono cresciuti di 30-40 $/ton nella seconda metà di dicembre. «I mercati europei – si legge nella nota – hanno mostrato una domanda regolare seguendo la tendenza internazionale ma con scostamenti di prezzo molto più limitati ad eccezione della Spagna che, come consuetudine, ha seguito il mercato internazionale con una fluttuazione anche di maggiore entità». Intanto, «si è ridotto il divario di prezzo tra i mercati francese e tedesco e quello italiano». Tra le criticità rilevate da Assofermet, vi sono: la scarsa disponibilità di rottami, in particolare di qualità, a causa dei tagli di produzione in ambito europeo; la difficoltà a reperire navi di piccola stazza, con ripercussioni sui noli; il rafforzamento del dollaro che sta incidendo sui prezzi in euro.

Anche per il rottame inox, dopo gli aumenti rilevati a novembre, i prezzi risultano per il momento stabili in Italia, mentre sul fronte internazionale «si nota un ritardo dei mercati non europei all’allinearsi a quelle che sono le nostre quotazioni, con conseguenti volumi in export ridotti».

Riguardo alla ghisa d’affinazione, Assofermet rileva una domanda nel complesso buona e conferma «la diversificazione delle quotazioni a seconda del Paese di provenienza e del produttore», mentre «la riduzione di produzione da parte di alcuni produttori al momento non pare influenzare l’andamento dei prezzi». Intanto, si sta registrando un rallentamento della domanda di ghisa ematite, con la tendenza ad utilizzare le scorte costituite nei mesi precedenti piuttosto che a procedere con nuovi ordini. Assofermet segnala «qualche crepa nella regolarità della richiesta a valle che inciderà sulle gestioni produttive» mentre «permane la difficoltà del trasferimento a valle del prezzo maggiorato per effetto dei tanti aumenti legati senza dubbio all’energia e alla materia prima, ma anche ai prezzi di molti altri prodotti consumabili». Quanto alla ghisa sferoidale, nella seconda parte di novembre la domanda è stata caratterizzata da «una grande incertezza, anche se le fonderie hanno ordini in portafoglio per il 2023». I prezzi sono in calo a causa principalmente degli arrivi di ghisa russa, ma «permane la difficoltà di ribaltare sul prodotto finito i costi di produzione con conseguente riduzione delle marginalità».

Infine, per l’HBI Assofermet parla di una «leggera risalita del prezzo su base CIF che tuttavia continua a non incontrare interesse da parte dei consumatori italiani», mentre per le ferroleghe di massa la discesa «si è totalmente fermata» ma «il rafforzamento del dollaro rende comunque interessanti le quotazioni in euro».

 

FONTE: SIDERWEB.COM