La nota mensile sugli acciai evidenzia le differenze nel mercato tra i prodotti comuni, inossidabili e speciali
Un cambio di passo le cui prospettive sono ancora tutte da indovinare. Questo il quadro del mercato siderurgico che emerge dalla nota mensile sugli acciai diffusa oggi da Assofermet Acciai.
«Aprile sotto tono per quanto riguarda i volumi venduti – spiegano i distributori italiani di acciaio –, mentre si registra un maggior interesse all’acquisto da parte di diversi buyer. Nonostante il periodo sia stato caratterizzato dal rallentamento delle attività a causa di molte festività in Italia e nei paesi del centro Europa, qualche segnale positivo giunge proprio da quegli utilizzatori finali che, spinti dal rimbalzo delle quotazioni di acquisto dei coils, hanno deciso di coprire cautelativamente i fabbisogni di lamiera e nastri dei prossimi mesi. I centri di servizio stretti nella morsa tra produttori e consumatori, in un mercato caratterizzato dall’incertezza, hanno continuato ad operare in condizioni di marginalità operative dichiarate insufficienti. I recenti rialzi delle quotazioni di acquisto, confermati sia da parte delle acciaierie Ue che da quelle extra Ue, sommati ai limiti di import imposti dalla misura di Salvaguardia, ai dazi erga omnes ed agli effetti del CBAM, spingono gli operatori della distribuzione e della pre-lavorazione a cambiare passo seguendo ed irrobustendo il percorso di rialzo delle proprie quotazioni di vendita, già intrapreso in questa prima decade di maggio. Le scorte di materia prima, disponibili presso i centri di servizio, risultano essere lievemente al di sopra della media, a causa del rallentamento delle vendite stimato, nel primo trimestre, in circa il 10%. Quanto sopra potrebbe oggi non rappresentare un problema in quanto, come detto, le quotazioni risultano essere in incremento. Per quanto i conflitti in Ucraina ed in Medio Oriente siano destinati ad impattare ancora sulle economie mondiali, qualche segnale di ottimismo giunge dalla Ue per il tanto atteso ed annunciato ciclo di riduzione del costo del denaro che dovrebbe finalmente iniziare a giugno».
Spostando il faro sui centri servizio i acciai inossidabili piani la situazione varia leggermente: «Il mese di aprile ha visto una domanda in miglioramento accompagnata da un’offerta scarsa causata da scioperi presso due importanti produttori europei in Finlandia e Spagna e da importazioni limitate. Lo sciopero presso il produttore spagnolo è tuttora in corso e dura da ormai più di tre mesi. Il mese di maggio si è aperto con una domanda più ridotta e nuove richieste di aumenti da parte dei produttori. La commissione Ue, dopo una lunga indagine durata nove mesi, ha inoltre appena pubblicato il regolamento antielusione in merito alle importazioni di laminato a freddo da Taiwan, Turchia e Vietnam, confermando l’esenzione dei principali produttori di questi paesi. La decisione è presa con favore e renderà meglio bilanciato il mercato, garantendo spazi di importazione da parte dei produttori e bloccando invece le operazioni elusive del dazio».
Se il mercato a monte ha provato a reagire, l’onda dei rialzi non sembra essere stata ancora trasmessa ai magazzini dal pronto.
«Permane, ad aprile, la debolezza sul mercato a valle che non sembra voler ripartire sui volumi dello scorso anno. Anche i prezzi, per i quali si supponeva aver raggiunto il punto di inversione, non danno segni di ripresa. Sia i piani che i lunghi, pur senza crolli o movimenti eccezionali, hanno lasciato sul terreno qualche centesimo durante tutto il mese di aprile. Il tanto annunciato rimbalzo sembra però aver preso corpo nei primi giorni di maggio, con volumi in linea con il 2023 e con aumenti degni di nota sul lato prezzi, sia nel mondo dei piani che, finalmente, in quello dei lunghi. Se le premesse si consolideranno in una vera e propria ripresa dipenderà, come al solito, da numerosi fattori endogeni ed esogeni. La Bce sembra pronta a tagliare il tasso ufficiale di sconto il prossimo mese, ma le voci non parlano più di una cavalcata al ribasso, come si paventava alla fine dello scorso anno, ed è probabile che i rimbalzi di maggio siano già frutto dell’annuncio della riduzione di giugno. Ovviamente, l’andamento della guerra in Ucraina, i cui esiti appaiono sempre più incerti con il passare del tempo, non aiuta di certo i mercati ad entrare in una fase di stabilità che tanto bene farebbe alla situazione macroeconomica».
Infine, per la banda stagnata si allungano i tempi di consegna: «Discreto fermento sulla domanda per il materiale dal pronto, sia per gli allunghi nei lead time delle ferriere europee segnalati fino alle 14 settimane (contro le 7-8 abituali), sia per un aumento dei prezzi di alcune decine di euro, che indica l’atteso raggiungimento del bottom. Anche sull’import si denota una ripresa delle quotazioni, sostenuta dall’aumento ulteriore dei costi logistici».
Fonte: siderweb.com