Quando il software può contare più dell’hardware. Potrebbe essere questa la sintesi dell’incontro «Acciaio: la distribuzione come software» che si è tenuto venerdì pomeriggio nella cornice di Palazzo Arzaga a Calvagese della Riviera (Brescia) durante la presentazione dello studio promosso da Siderweb.com, in collaborazione con Accenture e con il prof. Rino Ferrata, docente di Business Policy all’Università di Brescia. La ricerca, che si focalizza sull’impatto dei cambiamenti strutturali della siderurgia globale e locale sulla filiera siderurgica italiana, sarà pronta a settembre.
«Abbiamo scelto la parola “software” in antitesi con il concetto di pesantezza e concretezza con cui si è soliti identificare l’acciaio» ha detto Emanuele Morandi, presidente di Siderweb, aprendo i lavori. «Abbiamo voluto guardare – ha spiegato – ad un valore intangibile ma molto importante nel ramo distributivo per il quale il concetto di servizio è parte integrante dell’anima dell’azienda». «Questa ricerca – ha precisato – ha l’obiettivo di guardare a fondo nelle dinamiche di mercato dove, in ogni caso, le idee ed i processi sono basilari e sono sempre più il vero valore dell’impresa».
«Le prime cose che saltano agli occhi analizzando la siderurgia tricolore sono due» è intervenuto Hans Wouters, senior manager di Accenture che ha seguito lo studio. «In primo luogo – ha detto – emerge l’elevata frammentazione. In secondo luogo, la grande importanza delle famiglie nella gestione». Queste caratteristiche peculiari, che differenziano l’Italia dagli altri Paesi dell’Unione Europea, «hanno rallentato, finora, il processo di consolidamento dell’industria». Eppure, rimane generalizzata la percezione che il momento dell’integrazione si sta avvicinando inesorabilmente. È stato Jurgen Nusser, vice presidente di Eurometal (l’associazione europea dei distributori e centri di servizio siderurgici), a delineare il quadro comunitario anche alla luce del recente allargamento dei confini dell’Ue. «La distribuzione europea – ha precisato – gioca un ruolo fondamentale nel mercato. Basti pensare che attraverso la distribuzione transita il 65% dell’acciaio che arriva a valle per una quantità annua di circa 150 milioni di tonnellate». «In futuro – è pronto a scommettere – vedremo raddoppiare questo valore perché non c’è mercato senza distribuzione».
È toccato poi al prof. Ferrata cercar di delineare le possibili linee strategiche in funzione di variabili talvolta complicate da “incastrare” tra di loro. Difficile, tra le strade agibili, dire quale scegliere. Due le vie apparentemente percorribili. «Da un lato – ha detto il docente – un maggior dialogo con la produzione a monte privilegiando economie di scala e competitività sui prezzi. Dall’altro, un più stretto rapporto con i clienti finali per puntare su valore aggiunto e maggior servizio».
Il tavolo dei relatori. Da sinistra: Nusser, Wouters, Ferrata e Morandi
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