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Parlare di inizio della ripresa è ancora affrettato, ma qualche segnale di incremento dei prezzi inizia a vedersi. E in tutto il mondo. Dalle Americhe all’Asia, passando per l’Europa, le acciaierie stanno infatti chiedendo dei ritocchi al rialzo sui propri listini. Soprattutto sui prodotti piani.

Partendo dai “vicini di casa”, in Germania, Salzgitter Flachstahl, dal primo settembre, incrementerà le proprie quotazioni di 30 euro la tonnellata per i nuovi ordini di piani. L’azienda ha motivato la decisione con la necessità di recuperare margine per far fronte agli «alti costi delle materie prime e dell’energia, che hanno provocato significative perdite negli ultimi mesi». Varcando l’Atlantico, in direzione Brasile, si riscontra la medesima situazione: CSN e Usiminas stanno richiedendo ai propri clienti un maggior sforzo. La prima azienda aumenterà i propri listini da un minimo del 5,5% ad un massimo del 6,8% per i piani a caldo, a freddo e zincati, mentre per la seconda il rincaro sarà del 7,6%. Continuando in direzione occidente, e arrivando a Taiwan, Chung Hung Steel, uno dei maggiori produttori di tubi e piani dell’isola, ha imposto un ritocco al rialzo compreso tra i 10 ed i 15 euro la tonnellata per i piani e tubi. Infine, anche il rottame non si sottrae agli aumenti. Tokyo Steel, il principale consumatore giapponese della materia prima, oggi ha pagato il rottame 8 euro la tonnellata in più rispetto al livello precedente. Sono attesi ora, almeno relativamente al mercato nipponico, rimbalzi sulle quotazioni dei lunghi.

Fonte: siderweb.com

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