Le prospettive per l’acciaio italiano, l’impatto del piano europeo e l’attuale congiuntura del mercato siderurgico internazionale. Questi i temi dell’intervista realizzata da Siderweb con Emmanuelle Hirsch, economista della Direzione Economica del Gruppo Coface. Secondo l’analista della multinazionale francese, «la siderurgia italiana è molto dipendente dal ciclo economico e quindi sta soffrendo la recessione.
I principali problemi dell’acciaio “Made in Italy” sono il focus della maggior parte delle acciaierie italiane sul mercato interno, la dimensione aziendale (medio-piccola), che in passato aveva rappresentato un vantaggio mentre ora è uno svantaggio, la produzione su piccola scala che porta ad un incremento dei costi, con una sofferenza nei bilanci, ed una degradazione della situazione finanziaria dei grandi gruppi dell’acciaio». Ma non ci sono solo “spine” nell’acciaio tricolore: «d’altro canto, però, le esportazioni d’ acciaio italiano sono generalmente di prodotti ad alto valore aggiunto». Sul versante delle sfide per il futuro, Hirsch si aspetta che si dovranno fronteggiare due temi: «il primo è la necessità di concentrazione dell’industria» mentre il secondo è «la diminuzione dell’output diretto all’industria dell’auto». Un altro aspetto fondamentale per l’acciaio, e per l’economia nazionale in generale è il credito, comparto nel quale «tutti i settori, inclusa la siderurgia, stanno soffrendo, specialmente le imprese di piccole e medie dimensioni. Ci sono un gran numero di ragioni per questa situazione: Basilea 2, molti prestiti non performanti concessi e un calo della domanda interna, elementi che rendono le banche più caute».
Per ciò che concerne le prospettive future dell’acciaio continentale, in particolare legate al cosiddetto “Piano Tajani”, Hirsch non si sbilancia. «Ad oggi è molto difficile stabilire quale sarà l’impatto esatto del piano. In futuro, nel complesso, mi aspetto che avrà un influsso positivo, mentre già oggi dimostra il supporto politico europeo a questa industria vitale. Una migliore situazione delle forniture, con materie prime ad un prezzo più equo, una quota maggiore di riciclaggio, un aiuto tramite i Fondi Sociali Europei ed il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, tutte misure contenute nella proposta europea, possono essere una strada importante per lo sviluppo. Per entrare più nel concreto, però, dovremo attendere la pubblicazione delle misure e la reazione dei competitor».
Infine, allargando lo sguardo a tutto il globo, l’economista di Coface ritiene che «l’acciaio sia la pietra angolare dell’industria mondiale, ma oggi è un settore in subbuglio. L’output globale di prodotti siderurgici è cresciuto nel 2012, raggiungendo 1,547 miliardi di tonnellate, mentre l’Europa continua a soffrire a causa della recessione. Nel Vecchio Continente alcuni settori hanno iniziato una ristrutturazione, e tra questi l’acciaio. I maggiori produttori continueranno il loro processo di razionalizzazione vendendo i propri business non-core e non profittevoli, focalizzandosi sulle attività ad alto valore aggiunto e incrementando la propria produttività. È un processo in corso che durerà ancora».
Fonte: siderweb.com