FONTE: ilsole24ore.com – 08/05/2013
I due poli nazionali di Lucchini e di Ilva, e poi Beltrame e Berco, e il difficile nodo di Acciai speciali Terni. La crisi della siderurgia italiana ha raggiunto una soglia di allarme. Settimana dopo settimana, i tavoli di crisi si sommano ad altri tavoli, rafforzando la convinzione che i primi campanelli di allarme rappresentati dai due principali poli siderurgici italiani, Ilva e Lucchini, non sono isolati: le difficoltà delle aziende siderurgiche italiane hanno matrici comuni e vanno affrontate insieme.
È per questo motivo che il Governo, accogliendo le richieste di sindacati e lavoratori, si prepara a convocare un tavolo unico di crisi nazionale molto presto, già entro le prossime due settimane. Una calendarizzazione necessaria per preparare il terreno in vista della presentazione dell’action plan europeo della siderurgia, annunciato dal vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani per il 5 giugno.
Ieri il neoministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, incontrando la delegazione mista istituzioni-sindacati del polo di Piombino ha assicurato il massimo impegno personale su questo fronte. Nello specifico del gruppo Lucchini il titolare del Mise ha confermato l’incontro di venerdì con la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, per affrontare anche il tema del sito di Trieste (il gruppo possiede anche impianti a Lecco e in provincia di Torino), in via di dismissione entro il 2015. L’incontro è servito inoltre ad affrontare il nodo del piano industriale che il commissario straordinario del gruppo, Piero Nardi, sta mettendo a punto, e che sarà presentato a fine giugno. Il Mise ha assicurato anche che sarà avviato, entro i primi giorni di giugno, un confronto con il sindacato sui contenuti del piano.
Oltre un migliaio i lavoratori della Lucchini che, insieme alle altre aziende del polo piombinese, Magona e Dalmine, hanno sfilato ieri a Roma. Durante la giornata i lavoratori hanno incontrato anche la presidente della Camera, Laura Boldrini. «L’Italia è il secondo produttore acciaio in Europa – ha spiegato il segretario della Fiom Maurizio Landini –. Si tratta di una risorsa decisiva per un paese industriale, nessuna imprese deve essere chiusa, altrimenti rimarrà chiusa per sempre. Servono risorse per difendere il lavoro che c’è, con investimenti statali e privati» ha concluso Landini, che ha evidenziato a Boldrini la necessità di «rifinanziare subito i contratti di solidarietà».
Alla luce delle difficoltà congiunturali del settore (gli ultimi dati Eurofer parlano però a livello comunitario di un imprevisto +21% dell’import e di un +4 per cento di export nel primo trimestre), il tavolo nazionale è considerato cruciale dai sindacati nell’ottica di «rafforzare la posizione italiana sul piano europeo della siderurgia che sarà varato a giugno», come ha osservato Maurizio Bentivogli, segretario della Fim. «La siderurgia italiana – ha detto – ha tutta gli stessi problemi: infrastrutture, energia e ambiente, concorrenza sleale di molti dei paesi dei Bric. Per questo è necessario un tavolo di regia e coordinamento delle politiche di settore necessario per affrontare a livello di sistema i nodi strutturali di questo settore primario».
Al termine del colloquio con la presidente della Camera, Laura Boldrini, il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, ha riferito di averle chiesto «una forte sensibilizzazione per la questione industriale e per quella siderurgica in particolare». Presente all’incontro anche l’assessore della Regione Toscana alle Attività produttive Gianfranco Simoncini, che ha sollecitato una rapida conversione in legge del decreto, approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana, su Piombino area di crisi complessa, auspicando modifiche che «possano allentare i vincoli del patto di stabilità per favorire un veloce utilizzo delle risorse disponibili». Tra gli interventi più urgenti, collegati al porto: il dragaggio dei fondali, il completamento dello svincolo fra la Tirrenica e il porto, il risanamento dei sedimenti contaminati del porto. Le risorse per completare le opere saranno oggetto di un’intesa da concludere entro un mese, che consentirà di sbloccare risorse per 90 milioni di euro.