Senza peli sulla lingua. Richiamando a quella verità e sincerità con cui ha annunciato di descrivere la reale situazione della siderurgia italiana ed europea. Così il presidente di Federacciai Antonio Gozzi ha affrontato il proprio intervento all’interno dell’Assemblea nazionale della Fiom dedicata ai delegati del settore siderurgico, tenutasi oggi a Brescia.
Un intervento appassionato e senza riserve, in cui tra i tanti temi aperti, l’unico su cui Gozzi non ha voluto pronunciarsi è quello relativo alla trattativa contrattuale con Federmeccanica, annunciando di volersi concentrare sullo scenario di riferimento.
«La vicenda della siderurgia italiana e europea è estremamente complicata – ha spiegato Gozzi – e so che il mio intervento è estremamente delicato e per rispetto affronterò le questioni siderurgiche cercando di parlare il linguaggio della verità. Una vicenda complicata perché come ho annunciato in occasione del mio discorso di insediamento alla presidenza di Federacciai deve portare a rimettere in discussione i luoghi comuni e i gravi limiti di un pensiero neoliberista che ancora persistente nelle vicende europee. Un pensiero che deve essere superato perché se noi continuiamo a pensare che la siderurgia europea possa resistere senza interventi se non quelli della ortodossia dei liberi mercati diciamo una grande falsità! Ne è un esempio l’atteggiamento assunto dagli Stati Uniti e dalla Fed, che ha stabilito e attuato provvedimenti perché i settori più esposti alla competizione globale devono essere protetti perché la loro occupazione ha una valenza strategica soprattutto in settori a rischio. Come Duferco siamo in una situazione privilegiata per capire questi meccanismi soprattutto per la nostra anima di trading company, che viene continuamente contattata dalle grandi siderurgie cinesi e indiane perché metta a disposizione il proprio know how e la propria rete di distribuzione per raggiungere nuovi mercati come l’America latina. E non con prodotti semplici ma con i prodotti di eccellenza che le migliori siderurgie in Cina sono in grado di produrre. Se il fenomeno continuerà non ce ne sarà per nessuno e tranne qualche super nicchia in 10 anni la siderurgia europea sparirà».
Gozzi ha anche affrontato il tema dell’action plan sulla siderurgia che la Commissione Europea sta preparando su sollecitazione sindacale, spiegando anche alcune dinamiche nascoste di un confronto aperto anche all’interno della stessa Eurofer.
«Come membri di Eurofer, tra i primi temi che abbiamo trattato all’apertura del confronto a luglio c’è stato quello della mitigazione degli effetti sociali della ristrutturazione del settore – ha spiegato Gozzi -. Un fattore che coinvolge circa il 15%-20% dei lavoratori europei pari a 50/60 mila persone. Un tema che la crisi “budgettara” degli stati non permette a loro di affrontarla. Dopo una battaglia di un mese arriviamo allo statement di un documento per avere fondi Ue per mitigare le ristrutturazioni sociali e ci troviamo contro un solo paese. La Germania. Con i tedeschi che paragonano la siderurgia europea all’auto europea con un paragone che non è possibile fare: si apre quindi una discussione aspra con i tedeschi che non vogliono questo documento, il perché lo abbiamo saputo dopo. Quando, interrogando alcune fonti, abbiamo saputo che avevano fatto un accordo con il sindacato per la riduzione salariale a patto del mantenimento dell’occupazione. Ecco questo apre un tema che dovrà essere affrontato, quello della necessità che l’Europa si fondi su valori fondamentali di solidarietà. Altrimenti il sistema non sta in piedi, se ogni stato per quanto importante fa da sé».
Fonte: Siderweb.com