Skip to main content

L’Ad Franceschetti: «Ci pensiamo da tempo. Ora la politica di Trump potrebbe accelerare i nostri progetti»

VEZZA D’OGLIO (Bs) – Se, da un lato, per la siderurgia il 2024 ha significato un rallentamento sia della produzione che del mercato, dall’altro lato esso è stato anche un periodo di programmazione e di investimenti in preparazione della ripresa. A beneficiare di questo contesto sono stati gli impiantisti e i fornitori di macchinari dall’alto valore aggiunto, che hanno vissuto un anno positivo in termini di fatturato e ordinativi. Questo il quadro che ha descritto a siderweb l’amministratore delegato di Slingofer, Paolo Franceschetti, annunciando anche potenziali futuri investimenti diretti negli Stati Uniti.

Come avete chiuso il 2024? Il rallentamento del settore siderurgico che effetto ha avuto sulla vostra attività?
La nostra attività ha un andamento che di solito ha una direzione esattamente contraria rispetto alla siderurgia: proprio quando le produzioni rallentano è il momento nel quale le acciaierie fanno investimenti, anche abbastanza importanti, per farsi trovare pronte alla ripartenza del mercato. Dunque, in un 2024 complicato per l’acciaio abbiamo avuto un forte incremento sia di richieste che di consegne e questo ci ha permesso di chiudere il bilancio in maniera veramente molto positiva, passando dagli 11,5 milioni di euro del 2023 ai 17 milioni di euro nel 2024. Una crescita importante generata proprio dalla maggiore propensione a investire da parte dei clienti e dalla nostra capacità di riuscire a cogliere alcune opportunità che ci hanno permesso di penetrare in alcuni mercati nei quali eravamo presenti marginalmente o non direttamente.

Come vi aspettate il 2025?
In questo inizio di 2025 stiamo evadendo le ultime commesse dello scorso anno. Avendo un tempo di ottenimento ordini abbasta lungo, ovvero tra gli otto e i dodici mesi, ne conviene che tutto quello che abbiamo costruito nel 2023 e quindi nel 2024 lo stiamo evadendo e lo evaderemo anche nei prossimi mesi. Di conseguenza, abbiamo un bel portafoglio ordini e guardiamo con ottimismo al 2025.
Le acciaierie e non solo, quando decidono di investire in un nuovo impianto oppure quando pensano di apportare una sostituzione o un ammodernamento, si muovono con largo anticipo. Per questo possiamo prevedere come potremmo chiudere quest’anno e quindi è arrivato il momento di iniziare a guardare più in là. Siamo al lavoro per definire i primi ordini per il 2026, con diversi clienti che stanno preparando il terreno a grossi investimenti.

Quali sono i settori che in questi tre anni vi stanno dando più soddisfazioni?
All’inizio dello scorso anno abbiamo assistito a un forte incremento delle commesse da parte di aziende attive nella produzione di coils, che per noi ha rappresentato un volano per raggiungere i risultati ottenuti. Un altro mercato molto vivace, dal nostro punto di vista, è stato quello delle forge, all’interno del quale molte aziende stanno investendo in innovazione e nuovi impianti.

In questi prime battute del nuovo anno gli Stati Uniti sono stati al centro della cronaca, come siete posizionati in questo Paese?
Il mercato statunitense è uno dei nostri principali mercati e i maggiori produttori americani di acciaio hanno nostre attrezzature all’interno delle loro produzioni, anche quelle strategiche. Infatti, per il mercato Usa abbiamo realizzato progetti ad hoc per diverse produzioni particolari, per le quali le aziende ci chiedevano soluzioni tecniche innovative e flessibili. Credo che sia questa nostra filosofia aziendale, orientata alla continua ricerca tecnologica e allo sviluppo di nuove soluzioni impiantistiche, ad averci reso un’azienda made in Italy riconosciuta anche nel mercato statunitense del sollevamento sottogancio.

Le minacce di un ritorno delle tariffe doganali vi preoccupano?
La partita è ancora tutta da giocare e non sappiamo ancora se poi saranno effettivamente imposte e, se lo saranno, di che entità. Vedremo cosa accadrà. Noi siamo convinti di poter continuare ad avere un buon ritorno dagli Stati Uniti e stiamo anche pensando di operare più direttamente nel Paese con una nostra sede operativa. Con il nostro partner statunitense abbiamo già iniziato a parlarne ed a breve ci incontreremo per capire come meglio procedere. Poi bisognerà capire come si evolverà anche la valutazione del dollaro sull’euro.

Quindi seguite un po’ quanto indicato da Trump: «Venite a produrre negli Usa se non volete pagare i dazi»…
Diciamo che era un’idea nostra già da qualche tempo, da prima degli annunci. È probabile che questa politica protezionistica di Trump possa accelerare l’evoluzione dei nostri progetti.

Anche quest’anno tornerete a Made in Steel, cosa vi aspettate di trovare in fiera? Da quante edizioni siete espositori?
Siamo espositori di Made in Steel dal 2011 e questa sarà la nostra settima partecipazione a una vetrina che riteniamo davvero fondamentale. Durante l’evento possiamo incontrare molti clienti nazionali e internazionali, capire in che direzione sta andando il mercato. Tra i padiglioni di fieramilano Rho, infatti, sono presenti i rappresentanti di comparti molto importanti per il nostro business, come i produttori acciaio, i forgiatori, gli impiantisti. Tutte le aziende leader di questo settore saranno presenti e ci aspettiamo di trovare partner interessati alle nostre ultime proposte. Non possiamo mancare, perché Made in Steel per noi è un plus che vogliamo continuare ad avere.

Cosa presenterete quest’anno?
Quest’anno presenteremo gli investimenti che abbiamo fatto in questi ultimi due anni. Il primo riguarda l’efficienza progettuale. Lo abbiamo chiamato SlingoUp: è un software, sviluppato insieme all’Università degli Studi di Brescia e al Csmt, che permette di avere un cloud in grado di integrare i parametri, l’esperienza di Slingofer e le normative come Fem 1.001:1998, Uni En 13001 e ASME per migliorare i processi di progettazione e validazione del dimensionamento di prodotti. Di fatto, questo ci permette di ottimizzare i processi progettuali e produttivi, anche in funzione delle normative che regolano i mercati nei quali operiamo, velocizzandone lo sviluppo della soluzione più adatta alle esigenze del cliente.
Il secondo progetto la cui presentazione abbiamo previsto a Made in Steel è un innovativo banco di test chiamato SlingoLab. È un sistema per rilevare il giusto coefficiente d’attrito nella presa e nel sollevamento di un materiale, ad esempio un lingotto, bramma o un coils ad asse verticale. Si tratta di un dato essenziale per progettare correttamente un prodotto adeguato a garantire al cliente la massima efficienza e la massima sicurezza.
Le idee alla base di questi progetti, che integrano concretamente l’esperienza impiantistica di Slingofer con la tecnologia, sono essenziali per sviluppare attrezzature con standard di sicurezza sempre più elevati. Questo è in sostanza il nostro programma di “Connection to the Future”, nel quale abbiamo investito oltre mezzo milione di euro, e prevediamo anche una possibile integrazione dell’intelligenza artificiale.